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Ma ricordiamoci sempre, quando guardiamo a monete uscite intorno al 1500 dalla veneta zecca, che vi lavoravano in quell'epoca come intagliatori de' conii Alessandro Leopardi, Vittor Camelio, e più tardi Andrea Spinelli.

L'Italia si trova oggi in presenza di due fatti: completarsi, unificarsi. Per compiersi, bisogna che la ricuperi Roma e Venezia. Ma la bandiera francese tutela Roma e questa bandiera la si può allontanare, non abbattere. Il conte di Cavour spera allontanarla con la pressione di una forza morale, che il tempo solo da. La quistione veneta è ormai una quistione europea.

E questo degli abati sará vero; ma ch'ella fosse veneziana nata non posso rassettarlo nel pensiero, poich'ella avea la macchina insensata. In quel clima non nasce di leggero scempi cervelli o carne raffreddata; donde penso: o Turpino il falso scriva; o ella non fu veneta, o fu viva.

III.° [I[Soldo]I] = I due esemplari da me veduti di questa moneta, l'uno nella Raccolta Correr, l'altro alla Marciana m'inducono forte sospetto non sia essa che una moneta di capriccio, seppure non vogliasi credere che la fretta in cui si trovò la zecca veneta di coniare e spedire a Candia quantit

Mentre, admesso per gli Stati di Cesare ed altri ancora il suo scudo d'oro a quel numero di lire immaginarie che in ciascun paese valevano prima, lo scudo d'oro veneziano, detto «zecchino», che religiosamente è stato sempre dalla veneta sapienza custodito e mantenuto alla solita bontá e peso, ha dipoi sempre valuto sin tre paoli di piú dello scudo d'oro o sia mezza doppia di Castiglia; e li zecchini gigliati di Firenze hanno lungo tempo mantenuto dipoi con decoro il valore vantaggioso in pari modo sopra quelli di Spagna, sebbene, trasandato da quelle zecche di piú batterne, è restato a poco a poco abolito: ma l'ongaro e ducato d'Allemagna ed Ongheria, ch'è stato alquanto dalla perfetta bontá primiera peggiorato, è anco restato al disotto del zecchino giusta la sua intrinseca proporzione.

Sotto quest'ultimo aspetto, la cavalleria veneta si prestava all'occorrenza anche al disimpegno del servizio di staffetta e di corriere, come si è ricordato più sopra.

In questo modo, nel maggio dell'anno sopra ricordato, si ingaggiarono sull'altra sponda dell'Adriatico 500 reclute, e cioè 125 nell'Istria Veneta e 375 nella Dalmazia, sorteggiate rispettivamente e proporzionatamente sopra un contingente di 525 uomini atti alle armi della prima provincia e 1375 nella seconda.

Stefano dove abitava l'oratore di Francia. Pochi giorni dopo si presentava in collegio il solo ambasciatore persiano, colla formale domanda d'Ismaìl: che gli fossero mandati dall'Italia per la via di Sorìa maestri che gettassero artiglierie; e che la veneta armata tenesse occupato Baiezid nella guerra di mare presso alle coste della Grecia, mentre egli lo avrebbe chiamato a battaglia nell'Asia minore.

Ma formando l'Istria una provincia a parte, restava agli altri possedimenti della valle padana il nome di TERRAFERMA VENETA.

Gli sgherri, i delatori al soldo della Republica veneta, erano certamente esseri un po' misteriosi; ma il mistero che li copriva, non era gi