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³⁹² Un Voyageur italien, Lettres, lett. 16 ottobre 1776. Che cosa debba intendersi per «possessi dei mariti gelosi» cerchi di indovinare chi ci sa ben leggere! Noi procediamo oltre.

²⁴⁴ Goethe, op. cit., lett. del 3 Aprile 1787. In occasioni eccezionali quest’albergo non bastava, e si era costretti a ricorrere ad altri, quanto, oh quanto diversi!

¹⁵² De Borch, Lettres, lett. XV, pp. 71-72. Ragione di scatti e di ostilit

⁴⁹⁶ Goethe, op. cit., lett. del 6 aprile 1787.

⁴⁶³ Brydone, op. cit., lett. XX, e XXXIII. Se non l’abbiamo fatto prima, vogliamo ora che ci cade in acconcio, notare che l’etichetta del tempo non guardava al vestire da tavola; pare anzi che in questo non si andasse tanto pel sottile⁴⁶⁴. Alla eleganza delle vesti non si sacrificava punto la libert

³⁸² Brydone, op. cit., lett. Bartels volle indagare lo spirito di questa nuova educazione, e ne trovò le ragioni, alle quali facciamo larghe riserve. Ecco in proposito una sua pagina, che giover

³⁸³ Bartels, op. cit., v. III, pp. 597-99. ³⁸⁴ Vedi a p. 275. ³⁸⁵ Brydone, op. cit., lett. XXII.

Il conte Veneri, presidente, aprí la seduta coll'aver raccomandato e fatto promettere il piú rigoroso silenzio in tutti gli oggetti che si fossero proposti, discussi e risoluti. Quindi passò a leggere, 1. una lettera del duca di Lodi, cancelliere guardasigilli della corona, data il 16, in cui lo autorizzava a convocare straordinariamente il Senato; 2. il messaggio che qui si unisce, lett. A; 3. un progetto di decreto, che parimenti viene qui allegato, lett. B. Alla replicata lettura di tali fogli, la di cui sostanza era di spedire a S. M. l'Imperatore d'Austria una deputazione, onde implorare la cessazione delle ostilit

Avrei voluto vederla prima che se ne andasse, ma assolutamente non permisero che mi alzassi, che la portassero nella mia stanza. Mentre attraversava il corridoio udii che diceva colla sua voce giuliva: Andiamo incontro al bersagliere! Tutta la roba mia è pel bersagliere. Cara Speranza! Ed intonava la solita canzone: O mamma famm el lett Che mi faroo la cuna...

⁹⁹ Lettere su Messina e Palermo, lett. XXXI, p. 129. Fu l’eco tarda ma pur sempre sonora e gradita di una voce che per lunghi anni avea tenuto desta l’attenzione del popolo palermitano nel secolo precedente, e che facetamente lo avea giocondato.