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Era trascorso così pressochè un anno allorchè, pochi giorni dopo quella singolare comparsa del conte di Sagrezwitcth al caffè Martini, m'imbattei in Davide che non aveva più veduto da quel tempo e che mi parve molto mutato.

Chiesi, colla barba e coi capelli impolverati e coi neracci della notte perduta sotto gli occhi, pareva un capo ciurma invecchiato di dieci anni in poche ore. Don Davide in un altro luogo avrebbe fatto scompisciare dalle risa. Aveva l'aria di un Ernani passato attraverso il polverone della strada.

«Domando dunque, concludeva don Davide, che mi si lasci libero al mio lavoro benefico, al mio altare, alla mia famiglia. Sono cittadino e sacerdote e scrittore che ha fatto il suo dovere. Non rapitemi la libert

Il suo ingegno poliedrico fa pensare a don Margotti. La tendenza sentita negli scritti di don Davide è la mestizia o piuttosto l'emozione.

Le espressioni lubriche, disoneste od anche solo equivoche non solo erano bandite dal loro parlare, ma venivano colpite dalla riprovazione universale: i buffoni erano tenuti in tale pessimo concetto, che Davide li assimila ai malfattori e ai reprobi.

Durante il lavoro taceva volentieri, ma non andava in collera se lo si interrompeva e se si faceva di tutto per fargli perdere del tempo. Chiesi: Don Davide, come state? Don Davide: Bene, grazie. Chiesi: Che cosa supponete che stiano dicendo, in questo momento, De Andreis e Romussi? Don Davide: È difficile indovinarlo. Chiesi: Ve lo dirò io che cosa stanno pensando.

Durante le mie prime visite, aveva conosciuto in quella famiglia un cugino di Silvia, certo Davide, giovine maturo e positivo che era giunto da poco a Milano, e che era stato un tempo interessato negli affari commerciali di quella casa. Pericoloso come tutti i cugini non so se parimenti fortunato non m'era stato difficile accorgermi che egli amoreggiava la fanciulla.

Alla notte, e ad ora assai tarda, ricevetti da Davide una lettera così concepita: «Io parto in questo momento per Genova, d'onde raggiungerò la mia famiglia in un piccolo villaggio del litorale. È da lungo tempo che meditava questo progetto senza mai sapermi risolvere. Gli avvenimenti gi

Don Davide mi prese sotto il braccio e mi disse: Avete notato che piangevano? Dinanzi al prete vestito d'assassino come loro, reo solo di avere professata la sua fede con maggiore sincerit

Io confesserò che quella scoperta era stata uno dei motivi essenziali che m'avevano indotto a trascurare la conoscenza di quella famiglia. Io non aveva posto occhio sulla dote, sulla bellezza di Silvia, ma aveva compreso che l'amore di Davide che io credeva corrisposto mi poneva d'innanzi a lui in una certa quale inferiorit