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Non ci era mestiere sprone, anco della voce ce ne aveva d'avanzo, e nulla meno, ei la volle eccitare.

La Rosa non aveva un soldo di dote, Menico non aveva neanche la camicia.... Si doveva lasciarli morir di fame?

Corrado III di Hohenstauffen, succeduto a Lotario III dopo gloriosissimo regno di quattordici anni, sentendosi nel 1152 sopraggiunto dal male di morte a Bamberga, chiamati a i principali Baroni dell'Impero, consigliava, lui morto, eleggessero Re il suo nepote Federigo; e diceva loro: l'amore della patria doversi ad ogni affetto privato anteporre, principalmente da coloro che la Provvidenza chiama al reggimento dei popoli, e però egli, sebbene fornito di figli, amare meglio, che fossero con la pace dei fedeli Tedeschi privati baroni, che con la guerra regnanti: il suo nepote Federigo, come quello, che, pel matrimonio di Federigo il Guercio di Svevia con Giuditta figlia di Enrico di Baviera, riuniva il sangue delle due famiglie inimiche, affidargli di pace, non meno che di vigoroso governo, perocch'egli guerreggiando in Palestina¹ lo aveva sempre veduto al suo fianco fare prove di prode e valente cavaliere. Questa orazione di Corrado troviamo presso molti Storici celebrata come uno dei pochi fatti che onorano la nostra specie. Guardimi Dio da calunniare la memoria di tanto Imperatore; ma potè ben anche essere previdenza di uomo accorto, che volle fare sembiante di donare quello che non istava in sua potest

Le congratulazioni di San Giustino e di Zonnini non erano le meno calorose, quantunque il primo trovasse che il suo collaboratore aveva avuto torto a far un discorso da Presidente del consiglio, e il secondo, invidiosetto per sua natura, giudicasse in cuor suo l'eloquenza di Varedo un po' vuota ed enfatica. Magnifiche frasi, chi lo nega? Ma sotto il brillante involucro, che cosa c'è?

Vi prego di non interrompermi. Ho bisogno di parlarvi; la nonna è fuori; ho saputo mandarla via, lo feci perchè aveva bisogno di parlarvi da sola. Ella non deve sapere nulla. Paquita, che vi importa chi io sia, se vi amo ugualmente e se vi giuro.... Mi avete ingannata. Ora lasciatemi parlare e non m'interrompete, ve ne prego. Venite con me.

Egli la vede a pieno in veritá ne' sancti miei e negli spiriti beati e in tucte l'altre creature e nelle dimonia, come decto t'ho. E poniamo che anco vega l'offesa che è facta a me, della quale in prima aveva dolore: ora non ne può avere dolore, ma compassione senza pena, amandoli e sempre pregando me con affecto di caritá ch'Io facci misericordia al mondo.

La mamma rientrò nella camera; aveva gi

Da quasi vent'anni era insegnante nelle scuole comunali di Torino, costretta a mantenere una povera sorella scema che non aveva altro aiuto. Per quanto esaurita dal lavoro, conservava ancora al di sotto del logoramento fisico della persona magra e leggera, i tratti di una sana e delicata bellezza, vivificata dalla luce di due grandi occhi pieni di pensieri e sempre attenti alle cose buone. Vestita quasi sempre di nero o con pochi ornamenti vedovili, essa portava da dieci anni il lutto all'unico amore della sua vita, perchè si considerava veramente la vedova dell'uomo che l'aveva amata, che aveva promesso di sposarla e che a ventisei anni era morto vittima di una infezione cadaverica sul punto in cui stava per ottenere una cattedra di fisiologia all'universit

In allora un brindisi alla sua salute, disse il polacco. Evviva! gridarono in coro i convitati, e portarono le tazze alle labbra. Il tedesco aveva impiegato meglio d'ogni altro il suo tempo.

Maria Salvani era bella, e tanto più bella appariva in quanto che aveva patito, e i patimenti avevano conferito più soavit