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Aveva ventisei anni, povero Alberto, pensò Marco. Ora ne avrebbe ventotto, sarebbe gi

Allor che predichi Dal tuo giornale Tanta morale, Veder mi pare Un vecchio satiro Dai peli grigi Che al lupanare Fa il panegirico Di San Lüigi. Buon , Clelia! Ben giunta...! Quali nuove? Il Gualtieri È morto Quando? Jeri.... Ventisei.... qual disgrazia! A dodici ore.... Quanti anni avea? Trentotto.... Peccato! era un brav'uomo.... Dodici.... ventisei.... bel terno al lotto...!

Alle parole del Martini, Lorenzo aveva crollato il capo e dimenate le labbra. Diamine! esclamò egli, dopo una breve pausa. E quanti sono? Qui venticinque, ed Ella fa ventisei. L

Voglio dirvi: nessuno ci ha visto: quello che è avvenuto può rimanere un secreto fra noi, purchè partiate subito da questi paesi, purchè andiate lontano, purchè non turbiate più la pace d'una persona ch'io giuro di difendere contro le vostre insidie..... Che decidete? Mi uccida o mi denunzi. Rimango. Sciagurato! Quanti anni avete? Ventisei. Che le importa saperlo?

E a ventisei anni la vita non ha per voi altri allettamenti che l'odio e il pensiero della vendetta? E piuttosto di rinunziare ai vostri feroci propositi, vi rassegnate a chiudere i vostri giorni tra i quattro muri d'una carcere confuso coi delinquenti volgari.... voi che forse eravate nato a qualcosa di meglio? Cipriano ebbe un istante di esitazione.

Le avevan messo accosto da qualche tempo il giovane Duccio Massenti, trovato al ballo d'una famiglia amica. Aveva ventisei anni, possedeva una discreta fortuna, portava il titolo di conte. Non era brutto, bello; di figura media, coi capelli chiari, gli occhi castani, il mento ornato da una piccola barba a punta, mancava d'una espressione decisa e significante; ma era gentile e compito.

L'uomo era Giacomo Cènci, la donna Luisa Vellia. Giacomo, come avvertimmo, toccava appena gli anni ventisei; di persona era piuttosto grosso e corto, che no; ma adesso dimagrato fuori di modo.

In fondo alla via San Giovanni, ridotta in tutt'altro aspetto da quello che era ventisei anni prima, nell'osteria delle Stelle, alla bettola della Coroncina, al giardino degli antichi acquedotti, insomma in tutti quei luoghi in cui più frequentemente solevano radunarsi i caporioni della plebe, i nostri personaggi sentirono presso a poco gli appresso discorsi.

Nella mano dritta impugnava una larga scimitarra, una sekkin, e nella sinistra teneva la bandiera del Mahdi che faceva vivamente ondeggiare al disopra della sua testa. Dietro a lui si trascinavano con grandi stenti ventisei prigionieri egiziani, scalzi, laceri, insanguinati, tutti piagati e solidamente legati.

Era questi un bel giovinotto sui venticinque o ventisei anni, alto di statura, di forme snelle, eleganti ed insieme vigorose. Il colorito della sua pelle era d'un bronzo alquanto carico con riflessi rossigni, la faccia piacevolissima, maschia, ardita, con due occhi che brillavano d'un fuoco selvaggio e d'indomita fierezza e lunghi baffi neri.