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Duccio Massenti credette opportuno stringersi nelle spalle e alzare le sopracciglia per deplorare i trascorsi del conte Fabiano. Come si chiama il bambino? interrogò poi. Brunello! disse Nicla. Bruno Traldi di San Pietro. E d'improvviso, a dispetto dei suoi savii ragionamenti, un acuto desiderio la prese di rivedere il suo piccolo fedele amico.

Mamma, interruppe tranquillamente Bruno, queste idee non sono tue. Lo confesso, rispose Clara Dolores. Non ho sufficiente esperienza della vita letteraria per giudicarla con sicurezza. Sono idee degli amici coi quali ho parlato di te e ai quali ho chiesto qualche consiglio.... Bruno si levò d'un balzo. Duccio Massenti! esclamò. La contessa non rispose. Duccio Massenti! ripetè Bruno.

Il conte Duccio Massenti è uno squisito gentiluomo, la cui compagnia avrebbe fatto piacere a tutti. Fuori che a me! interruppe Nicoletta. E tuo padre e tua madre non contano nulla, allora? domandò la signora Carlotta, aggrottando le sopracciglia.

Si sapeva che il fidanzamento col conte Duccio Massenti era stato rotto, e la madre di Nicoletta era andata parlandone e rammaricandosene per lunghi mesi, prima in campagna, poi tra più numerosi amici in citt

E con maraviglia s'accorse che ogni altro elogio della contessa le moriva sul labbro, e un beffardo spirito le fischiò all'orecchio che la mamma, poveretta, era a Sonnenberg, con Duccio Massenti. Tu non sei come la mamma, seguitò Bruno. Tu non sei una donna. No? chiese Nicla stupita. E che sono allora? Tu sei una ragazza, come me.

E capì. Era geloso. Ella disse: Facciamo le presentazioni. Il conte Bruno Traldi di San Pietro. Il conte Duccio Massenti.... Ah è questo, l'inseparabile? chiese con indifferenza il giovane, squadrando Bruno senza muoversi. È lui! affermò Nicla. L'indispensabile E rivolta al fanciullo, seguitò: Vuoi sederti qui, tra il conte Duccio e me? C'è un bel posto....

Menava una guerra sorda e tenace contro di lui Duccio Massenti; il quale andava scalmanandosi per l'immoralit

Io non ti ho mai detto che Duccio Massenti lo conosco da dodici anni e lo rammento benissimo. Era sul lago lo stesso giorno e la stessa ora in cui tu sei venuta a trovarmi; è ripartito per Sonnenberg, dove tu villeggiavi, ventiquattr'ore dopo la tua partenza. A Sonnenberg tu eri con lui.

La riaccompagnava a passo a passo dal salotto verso il vestibolo; e attraversando un corridoio laterale al giardino, la fanciulla vide in fondo, tra i fusti e il fogliame scuro, una tavola di legno. V'era dipinto in rosso e nero un soldato in grandezza naturale. Era il bersaglio del conte, quel bersaglio che Brunello avrebbe sostituito volentieri con Duccio Massenti.

Duccio Massenti era diventato una specie di fantoccio, che l'uno e l'altra agitavano in aria di tanto in tanto.... Gigi diceva qualche volta: «Tu non mi ami; tu ami il conte Duccio!». E Nicla diceva qualche volta: «Allora andrò a trovare Duccio!». Ma quella sera, Nicla alzò le spalle. Duccio! Duccio!... Che meschina fantasia tu hai? Non sai trovare di meglio?