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Chi batte un altro cammino non credo abbia diritto di chiedere, siccome io chiedo, la indulgenza di lettori spassionati e sapienti. Giova anzi tutto avvertire di qual peso mi sia valso nell'esame delle monete della cui descrizione ed illustrazione ci andremo occupando. La marca dunque corrisponde a k. 1152, ovvero gr. 4608; l'oncia a gr. 576.

Morto Arrigo il superbo nel 1139, Guelfo, fratello di lui, continuò la parte e guerreggiò contra Corrado; e finalmente andarono amendue a quella seconda crociata che, promossa con tanto zelo da san Bernardo, terminò cosí male. Ma tornatine i due, guerreggiossi di nuovo nel 1150; e vincitore Corrado si disponeva a scendere in Italia, quando morí nel 1152.

In Venezia però e sua zecca si ragguaglia in altro modo la bontá delle monete, figurandosi una marca, ch'è ott'once, cosí d'oro, come d'argento, contenere caratti 1152, perché ogni oncia è caratti 144. Ogni caratto in grani 24 si divide.

Rilevasi chiaramente da questa legge che ne' pezzi da 1/9 di soldo l'argento fino deve stare al peso totale come 60 a 1152, cioè come 5 a 96; in quelli da 1/3 di soldo come 180 a 1152, ovvero come 5 a 32. Dunque i primi che tengono di fino 0,66 di grano avrebbero a pesare gr. 12,67, e simile dovrebb'essere il peso de' secondi, ne' quali tuttavia l'argento sarebbe in tripla quantit

E cosí secondo ogni proporzione, eccettuato quando l'oro o l'argento fosse minor quantitá della metá della massa; perché allora non contano il pezo, ma il fino: onde diranno che i traeri, o siano grossi d'Allemagna, hanno di fino 492, quando d'ogni marca, che contiene 1152 caratti, ne sono solo 492 d'argento fino, ecc.

Dunque, se una marca di caratti 1152 ha peggio 48, li grani 64 e mezzo d'un ongaro averanno peggio grani 2-5/6 in circa, e però averá d'oro fino grani 62 e 1/5; e perché in una marca sono caratti 1152, cioè grani 4608, se grani 65 e un terzo vagliono lire 17, valerá una marca d'oro fino lire 1211 caratti 8 grani 2.

Ed in Pisa parimente sorsero nel 1152 il battistero, opera di Diotisalvi da Siena o Pisa; e nel 1174 la bella torre, vero museo di colonnette e ruderi antichi, opera di Bonanno e Tommaso da Pisa; ondeché si vede che Pisa fu la vera culla dell'architettura, ed anzi di tutta l'arte italiana. E Dante fu uno degli uomini che sieno mai progrediti piú sopra i propri contemporanei.

Ma nel 1152 Eugenio III v'installò i cistercensi che posseggono anche il bello e vicino convento di Trisulti; Federico II con un atto del 1221, datato da Veroli e che tuttora esiste, confermò i monaci di Casamari nel possesso de' loro beni; ma i suoi soldati distrussero il monastero allorchè l'imperatore la ruppe con Roma.

Onde, se tanto vagliono 500 caratti di fino argento, una marca d'argento fino, ch'è caratti 1152, vien valutata in detta moneta soldi veneti 1769 e mezzo in circa.