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E, incomminciando dalla prima che dice, che, bassandosi il peso, rovineria il mondo, perché si disordinaria tutta l'Europa, giaché tutta ha al detto argento stabilito un medesimo prezzo sotto diverse qualitá di moneta; questa ragione non è di considerazione alcuna.

Ed ecco che queste frivole, abbandonato affatto il soggetto di Gismonda, si lanciarono impetuose a favellare di fasce nere in campo di argento, e di sbarre di argento in campo nero, e di Lioni rampanti, e di Pantere passanti, e scudi, e cimieri, e corone.

Bene est cui Deus obtulit parca, quod satis est manu». Dell'oro ed argento, e delle antiche e moderne proporzioni di valuta fra loro.

Imperciocché tutti li mercanti delle altre piazze d'Italia, ogn'occasione che avessero di mandar contante effettivo a Venezia, proccurarebbero di mandar argento e non oro; ed eccone per maggior chiarezza un esempio.

Quella mattina, benchè appena fosser suonate le sette, la principessa era nel suo salotto e il principe con lei. Sedevano a un tavolino, coperto da uno sfarzoso tappeto della Cina, e sul quale erano, un po' in disordine, i varii pezzi di un servizio da , in argento. Le fiammelle azzurre si alzavano sotto il gran vaso, nel quale il bolliva, gorgogliando.

GUGLIELMO. Sian benedetti i cieli che mi vi tolsero dinanzi, ché mi avevano stracco con non so che vignarolo o che argento! Tic toc. ARTEMISIA. Chi batte, olá? GUGLIELMO. O Artemisia, figlia cara, aprimi, che sii tu benedetta! ARTEMISIA. «Figlia cara», dice il furfante: ah, ah, ah! GUGLIELMO. Non conosci il tuo padre Guglielmo? ARTEMISIA. Chi Guglielmo? GUGLIELMO. Chi Guglielmo? tuo padre.

E se di una libra di detto argento di lega di once 7 denari 4, netti dal rimedio, fossero state coniate monete numero 188 sotto il valore di lire 6 soldi 6 imperiali l'oncia del fino, le dette once 7 denari 4 sarebbono valute lire 45 ss. 3 den.

Regola per la quale si potrá conoscere quant'oro ed argento si piglia da chi riceve danari.

Questi campioni milanesi avevano riportato il premio della giostra ivi combattutasi, il quale consisteva in un superbo puledro del valore di 400 zecchini, nero come una pece, colla gualdrappa color di cielo, ricamata ad argento; in un altro, mezzano di grossezza, baio di colore e balzano di due piedi: oltre a due abiti, uno di scarlatto, l'altro di sciamito foderato di vaio. Per farne mostra, erano i vincitori girati trionfalmente per Cremona, Piacenza e Pavia, donde s'erano vôlti dalla patria, appunto il 20 Marzo dell'anno predetto. Liete accoglienze ricevevano per tutto, poichè un istinto dominante e pericoloso dell'uomo fece al valore fortunato tributare rispetto ed ammirazione in ogni tempo, ma più ancora in quello, tutto di forza materiale. I signorotti poi vedeano volontieri che il coraggio si esercitasse in tornei e finte battaglie, come in altre et

Le genovine, le pezze da otto vecchie, gli scudi d'argento di Firenze e di Venezia sono di cosí bello argento e di cosí limpida bianchezza, che non è cosí facile ingannar con l'arte de' falsari gli occhi almeno de' pratici ed intendenti.