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Dite, dite, Polo. A voi, maestro, nulla de' miei studi è nuovo. M'avete incoraggiato e fatto plauso. Che, Polo? vorreste che avessi sprezzato l'ingegno vostro, l'affetto grande che portate alla scienza? La mia difesa di Fausto Socino non v'è sconosciuta. Domattina parto... e mi dorrebbe lasciar solo e inutile quel mio breve lavoro!

Esplicabil non son le sue fatiche e la dottrina ch'usa nello specchio, il gran lavoro intorno a due vesciche, per far che sien pur enti in apparecchio; del spruzzarsi di odor, delle rubriche, de' fiori al seno e a' fianchi del capecchio, delle scamoffie e del sbilerciar gli occhi: ma a' suoi boccon non s'attaccan ranocchi.

Il re andò a sua volta a mettersi ai piedi del santo uomo. Don Domenico si recò al ministero e dette ordine che non lo si turbasse, avendo un lavoro importante a fare per il ministro. E' si mise allora al suo tavolo e cominciò a riflettere ed a scrivere.

La sua vita continuava in fatti, per così dire, a stringersi e diminuire da una parte e ad aumentare ed allargarsi dall'altra. La parte del lavoro materiale si riduceva ai minimi termini, quella dell'arte prendeva vaste proporzioni. Come viveva intanto? Bisognava pensare che egli fosse riuscito a far passare a poco a poco tutto il necessario nella categoria del superfluo.

Qualche volta prendeva la figlia sulle ginocchia, e le raccontava delle storielle, mentre la mamma faceva andare la sua macchina da cucire per terminare un lavoro urgente.

Tornato in Genova, trovai mali umori tra gli alti dignitarî dell'Ordine. A me fu detto di non dare conto del mio lavoro al Doria; poco dopo, redarguito di non so che, egli ebbe intimazione da chi stava più in alto di lui d'allontanarsi per un certo tempo dalla citt

Si noti che Mosè, il quale passò tutta la sua gioventù in mezzo alle grandezze e al lusso della Corte egiziana, non avrebbe certo potuto dichiararsi soddisfatto d’un lavoro dozzinale e grossolano.

Quando si può, non si deve pretermettere questo piacevole e saluberrimo uffizio. Alzarsi a bruzzico per lavorare, quando non ce n'è bisogno, che idea! Peggio ancora, quando nessuno ce lo comanda, quando nessuno aspetta i frutti del nostro lavoro. I posteri, mi dirai. Ma io ti dirò che cosa faranno i posteri del tuo poema.

Perchè non lo date ad una compagnia che lo reciti qui in Genova? gli chiese Maria, che lo aveva aiutato a legare e suggellare l'involto. Mi avete pur detto che ce n'è una delle buone. , ma non conosco affatto il capocomico. E poi, vedete, se il lavoro piacer

Al movimento intenso di mente e di lavoro che gli imponevano i suoi compiti di riformatore religioso, di generale e d’uomo di Stato, Giuliano provvedeva con la sua facolt