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tal mi fec'io, non possendo parlare, che disiava scusarmi, e scusava me tuttavia, e nol mi credea fare. <<Maggior difetto men vergogna lava>>, disse 'l maestro, <<che 'l tuo non e` stato; pero` d'ogne trestizia ti disgrava. E fa ragion ch'io ti sia sempre allato, se piu` avvien che fortuna t'accoglia dove sien genti in simigliante piato: che' voler cio` udire e` bassa voglia>>.

esto pianeto, o, come comparte lo grasso e ’l magro un corpo, così questo nel suo volume cangerebbe carte. Se ’l primo fosse, fora manifesto ne l’eclissi del sol, per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non è: però è da vedere de l’altro; e s’elli avvien ch’io l’altro cassi, falsificato fia lo tuo parere.

T. Grazie son queste così belle e care, ch'in lei racconti, che fan dubbio altrui se sia da dir ch'essa sia rara, o sola. Ma perché spesso avvien ai nostri cori che da l'un bel disio l'altro risorge, poi che m'hai di TIRRENIA il gran valore fatto aperto, ancor saper disio qual sia di lei la stirpe e 'l patrio suolo; salvo se del parlar gi

Se ’l primo fosse, fora manifesto ne l’eclissi del sol, per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non è: però è da vedere de l’altro; e s’elli avvien ch’io l’altro cassi, falsificato fia lo tuo parere. S’elli è che questo raro non trapassi, esser conviene un termine da onde lo suo contrario più passar non lassi;

E 'n la sua volontade e` nostra pace: ell'e` quel mare al qual tutto si move cio` ch'ella cria o che natura face>>. Chiaro mi fu allor come ogne dove in cielo e` paradiso, etsi la grazia del sommo ben d'un modo non vi piove. Ma si` com'elli avvien, s'un cibo sazia e d'un altro rimane ancor la gola, che quel si chere e di quel si ringrazia,

E ’n la sua volontade è nostra pace: ell’ è quel mare al qual tutto si move ciò ch’ella crïa o che natura face». Chiaro mi fu allor come ogne dove in cielo è paradiso, etsi la grazia del sommo ben d’un modo non vi piove. Ma com’ elli avvien, s’un cibo sazia e d’un altro rimane ancor la gola, che quel si chere e di quel si ringrazia,

60 Ciò che di ruginoso e di brunito aver si può, fa ragunare Orlando; e coi compagni intanto va pel lito de la futura pugna ragionando. Gli avvien ch'essendo fuor del campo uscito più di tre miglia, e gli occhi al mare alzando, vide calar con le vele alte un legno verso il lito african senza ritegno.

Ond'elli avvien ch'un medesimo legno, secondo specie, meglio e peggio frutta; e voi nascete con diverso ingegno. Se fosse a punto la cera dedutta e fosse il cielo in sua virtu` supprema, la luce del suggel parrebbe tutta; ma la natura la da` sempre scema, similemente operando a l'artista ch'a l'abito de l'arte ha man che trema.

1 Ingiustissimo Amor, perché raro corrispondenti fai nostri desiri? onde, perfido, avvien che t'è caro il discorde voler ch'in duo cor miri? Gir non mi lasci al facil guado e chiaro, e nel più cieco e maggior fondo tiri: da chi disia il mio amor tu mi richiami, e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami.

Qualor avvien ch'a la tua accesa face occhio mortal s'arrischi alzar i rai per ritrar forse l'alma tua figura, la soverchia virtù del tuo splendore l'abbarbaglia, che smarrito e vinto ad ogni aspetto uman si trova infermo. Sorgi sol del mio sol sola sembianza.