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Poco stante si udì un rumore di passi nella camera attigua, e Tuccio di Credi apparve sulla soglia. Il povero Tuccio aveva per solito una faccia rabbuiata, ma quel giorno aveva senz'altro una cera da funerale. Maestro, diss'egli, è qui messer Luca Spinelli. Ah, bene, fallo entrare; gridò mastro Jacopo.

Nondimeno, se io non avessi parlato... o se vi fosse modo a far , ch'essi dimenticassero... o alla più trista che non potessero più parlare... Come? Alle lettere si mette un sigillo di cera di Spagna: alle labbra conviene apporre un sigillo di piombo a mo' delle bolle di Sua Santit

Non si ritorna indietro? gli chiese quell'altro, con un piglio malinconico che faceva un bizzarro contrasto con la sua florida cera. Il giovine aggrottò le ciglia in atto di chi non vuol sentire osservazioni ed è per escire dai gangheri. Zio, te l'ho detto; o fai a modo mio, o mando giù un veleno. Bada a te, di qui non si sfugge.

Ed oltre a ciò, l'uno era all'altro infesto per l'antiquissimo odio che bolliva tra il sangue di Maganza e di Chiarmonte; e tra lor eran morti e danni ed onte. Se di cera noi fussimo o di paglia, e di fuoco egli, assai fôra quel grido. E venne contra il paladin di Francia: Orlando contra lui chinò la lancia.

I' mi fermai sott'una macchia ombrosa, mirando l'ape, quinci e quindi sparse, a sacco porre una campagna erbosa ed a vicenda in loco poi ritrarse, ove locar di cera e mèle vidi per cave querze i tetti lor e' nidi. Si non vis intelligi, neque intelligaris, lector.

Ha la cattiva cera. FRONESIA. Non guardare a quello: ché, se poi la cognoscessi, avresti caro che ti fosse amica; ché ha poche pari. LÚCIA. E in che? FRONESIA. Prima, ella cuce e fa de le suoi man quello che vuole. Fa poi profumi rari e d'ogni sorte acque e belletti.

M'ha cosí cera che debbe esser nato a la luna mancante. FILOCRATE. Eh! Il poverino non fu mai savio. Oh! Senti che si spurga. Gli è caduto il cimurro: avria bisogno de la scuffia de l'asino. Ah! ca! ca! Bella cosa ch'è un pazzo! CALONIDE. Orsú! Va' via, ché non pensasse mal: ché sai com'oggi si vive al mondo. GIRIFALCO. Io son mezzo aggirato.

Il signor baccelliere andava diritto per la sua strada, senza pure avvedersi delle api, che gli gironzavano a sciami intorno alle ginocchia, andando in busca di cera e di miele nella varia fioritura dei pingui maggesi.

Per tre Beatrice ebbe pace, se pace poteva dirsi quella; il quarto giorno verso nona le si presentarono nuove sembianze: erano due uomini vestiti di nero; uno rimase alquanto indietro, lo distinse poco; però le parve di cera acerba: l'altro bianco, con la fronte di porcellana e lo sguardo socchiuso, sembrava uomo compassionevole, almeno col sospirare frequente, e lo incrociare le dita di una mano in quelle dell'altra in atto di preghiera.

Un bambino Gesù di cera, che riposava da anni ed anni sotto una campana di vetro nel salotto, era stato pudicamente vestito di una tunichina di seta bianca, che il tempo aveva ingiallita; e le ragazze l'avevano veduto sempre così.