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Per la qual cosa appare qui che il giorno cominciava ad apparire, quando l'autore cominciò ad avvedersi dove era, ed a volere di quel luogo uscire; e di potere ciò fare gli venne speranza, rammemorandosi che la luce di questo pianeto «mena diritto altrui per ogni calle», cioè per ogni via, in quanto, essendo il sole sopra la terra, vede l'uomo dov'e' si va, e ancora con miglior giudicio si dirizza dove andar vuole, mediante la luce di costui.

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; ne' da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l'aere puro. Purgatorio: Canto XVI Buio d'inferno e di notte privata d'ogne pianeto, sotto pover cielo, quant'esser puo` di nuvol tenebrata,

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l’aere puro. Purgatorio · Canto XVI Buio d’inferno e di notte privata d’ogne pianeto, sotto pover cielo, quant’ esser può di nuvol tenebrata,

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l’aere puro. Purgatorio · Canto XVI Buio d’inferno e di notte privata d’ogne pianeto, sotto pover cielo, quant’ esser può di nuvol tenebrata,

Noi andavam per lo vespero, attenti oltre quanto potean li occhi allungarsi contra i raggi serotini e lucenti. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi verso di noi come la notte oscuro; ne' da quello era loco da cansarsi. Questo ne tolse li occhi e l'aere puro. Purgatorio: Canto XVI Buio d'inferno e di notte privata d'ogne pianeto, sotto pover cielo, quant'esser puo` di nuvol tenebrata,

E perciò dice del sole, percioché esso solo è di sua natura luminoso, e ogni altro corpo che luce, o pianeto o stella o qualunque altro, ha da questo la luce, come da fonte di quella, come per esperienza si vede negli eclissi lunari; e questa luce ha solo, non per la sua potenza, ma per singular dono del suo Creatore, e hanne in tanta abbondanza, che ad ogni parte dintorno a manda infinita moltitudine di raggi, per li quali, ovunque pervenir possano, si diffonde copiosamente la luce sua; e questi raggi, sagliendo il sole dallo inferiore emisperio al superiore, le prime parti che toccano del corpo della terra, alla quale, sagliendo il sole, pervengono, sono le sommitá de' monti.

Virtu` diverse esser convegnon frutti di principi formali, e quei, for ch'uno, seguiterieno a tua ragion distrutti. Ancor, se raro fosse di quel bruno cagion che tu dimandi, o d'oltre in parte fora di sua materia si` digiuno esto pianeto, o, si` come comparte lo grasso e 'l magro un corpo, cosi` questo nel suo volume cangerebbe carte.

Virtù diverse esser convegnon frutti di princìpi formali, e quei, for ch’uno, seguiterieno a tua ragion distrutti. Ancor, se raro fosse di quel bruno cagion che tu dimandi, o d’oltre in parte fora di sua materia digiuno esto pianeto, o, come comparte lo grasso e ’l magro un corpo, così questo nel suo volume cangerebbe carte.

esto pianeto, o, si` come comparte lo grasso e 'l magro un corpo, cosi` questo nel suo volume cangerebbe carte. Se 'l primo fosse, fora manifesto ne l'eclissi del sol per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non e`: pero` e` da vedere de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, falsificato fia lo tuo parere.

esto pianeto, o, come comparte lo grasso e ’l magro un corpo, così questo nel suo volume cangerebbe carte. Se ’l primo fosse, fora manifesto ne l’eclissi del sol, per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non è: però è da vedere de l’altro; e s’elli avvien ch’io l’altro cassi, falsificato fia lo tuo parere.