United States or Egypt ? Vote for the TOP Country of the Week !


Era impallidita, tutt'a un tratto, quasi si sentisse mancare. Avrei dovuto scusarmi di aver profferito quelle stolte parole, darle una spiegazione qualunque che avesse potuto almeno attenuarne il significato. Invece stetti zitto, attendendo con severa aria interrogativa che ella riprendesse a parlare.

Filippo, che stava in piedi presso un alto stipo di mogano a fregi d'oro sbiadito, sentì gli sguardi di sua madre. Anzi, continuò il Lombardi, ti avevo invitato a pranzo, tu avevi accettato, noi ti abbiamo atteso.... e ti rivedo ora, da quel giorno! Questa è grossa, Flopi! disse Ada. Hai ragione; non so come scusarmi, convenne Filippo, sorridendo, ma noiato per quel ricordo.

Mi perderei io stesso, manifestandogli il minimo interesse, e conservando con lui, o con i suoi, delle relazioni di amicizia. Voi mi date altresì congedo, osservò Bambina con calma. Vogliate scusarmi, signor barone. Ma no, ma no..... voi esagerate, Bambina. Io vi ho spiegata la situazione. Per voi, io sarò sempre felice....

Arrivati al traghetto dove aspettava la gondola a due remi, la contessa vi montò, Berto vi balzò dentro, dicendo: Spiegateci il giro! Ma Filippo disse: Contessa, io devo scusarmi.... Ah bah! esclamò la contessa. Flopi, voi mi fate pensare che la nostra compagnia vi dispiaccia. Quando noi vi facciamo un invito, voi avete subito pronta una scusa. Cara contessa, siete crudele! mormorò Filippo.

Scusami, e trova il modo di scusarmi presso la signora marchesa; disse Ariberti a Filippo Bertone; io l'ho troppo amata in illo tempore e mi sentirei oggi troppo ridicolo, presentandomi a lei. Gi

tal mi fec’ io, non possendo parlare, che disïava scusarmi, e scusava me tuttavia, e nol mi credea fare. «Maggior difetto men vergogna lava», disse ’l maestro, «che ’l tuo non è stato; però d’ogne trestizia ti disgrava. E fa ragion ch’io ti sia sempre allato, se più avvien che fortuna t’accoglia dove sien genti in simigliante piato: ché voler ciò udire è bassa voglia». Inferno · Canto XXXI

Sono veramente cattivo. Ma voglia scusarmi, per una volta soltanto, ed ascoltare anche una mia preghiera. Non faccia parlar l'uomo quando egli è in collera. È troppo brutto, in quei momenti. Io, del resto, mi vergognerò sempre di esserlo stato con Lei. Vede? gridò ella. Non lo è più.

tal mi fec’ io, non possendo parlare, che disïava scusarmi, e scusava me tuttavia, e nol mi credea fare. «Maggior difetto men vergogna lava», disse ’l maestro, «che ’l tuo non è stato; però d’ogne trestizia ti disgrava. E fa ragion ch’io ti sia sempre allato, se più avvien che fortuna t’accoglia dove sien genti in simigliante piato: ché voler ciò udire è bassa voglia». Inferno · Canto XXXI

Sostenni con calore, con troppo calore, che ciò non era esatto; e cercai quindi scusarmi dalla taccia di malignit

Pochi son quelli che pongono mente all'errata quando è in fine dell'opera: ciò valga a scusarmi se mi è parso di metterlo qui a principio, importandomi assai di correggere alcuni sbagli di qualche rilievo incorsi nella stampa. A pag. 65, riga 25, le parole Cfr. FERRARO, BERNONI, IVE ed altri dovevano esser ultime della nota quarta, ossia nella riga 32.