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Poi d'un tratto si chinò, e baciando la cugina disse: Cara, non piangere, non piangere più.

Poi, a tratti, quando le raffiche del vento venivano, giù dalle gole nevicate della Carnia, a rompersi con impeto contro la casa facendone tremare i vetri delle finestre, la signora Chiara deponeva il lavoro: Che brutta notte, oggi! L'inverno in queste campagne è assai triste. Per coloro poi che non ci sono avvezzi.... Voi, mia cara Loreta, dovete trovarvi assai male. Male? Ma che dite, signora!

'Na siccatura, cara cucina, ca non sacciu chi facissi pi dariccilla ad autri. Si vi pozzu aiutari.... cu tuttu lu cori! Pi daveru, cucina? Si voli maritari? Vah, chi vi nisceru 'i sensi?.... Un pocu siti mortu, un pocu circati mugghieri.... Sempri chiddu d' 'a 'nnimina-vintura siti! Ppi daveru 'a cercu 'a mugghieri... e non sacciu a cu' haiu a pigghiari....

MOPSO. O mia cara Talia, m'ha dunque il cielo disposto ad amarti perch'amando i' pera? Ben poss'io dir che quanto gira il sole non ha la nostra et

Quand'ebbe l'occorrente, egli scrisse l'intestazione: «Cara LucillaLa mano gli tremava; si alzò, e fece un pajo di giri per la sala, sperando di calmare un poco l'agitazione de' suoi nervi. La signora Federica aveva un vago presentimento che le cose non sarebbero andate a seconda de' suoi desideri.

Anima cara, questo che or cade in polvere dalle tue mani non è che la promessa di ciò che verr

Chiese l'antico suo grado e l'ottenne; ed a quarant'anni cominciò la guerra cogli spallini da luogotenente. «La Lisa aveva allora poco più d'un lustro, ed era la più cara ed intelligente bambina che si potesse vedere.

«Ve ne prego, Teresa, lasciatemi tranquilladisse Emilia; «la vostra intenzione è ottima, ma l'eloquenza è male adattata in questo momento. Intanto la cena è preparatarispose la governante. Non posso mangiaredisse Emilia. Fate malissimo, mia cara padrona, bisogna nutrirsi.

Cara mamma, noi non diverremo mai ricchi, e di queste cose non ne faremo bene male interruppe Roberto.

Pare al re che in veritá Sacontala sia stanca; e, cavatosi di dito un anello, lo a Priyamvada, pregandola che quello serva a scontare il lavoro dovuto a lei da Sacontala. Il nome di Dushmanta è inciso sull'anello. Le donne si guardano l'una l'altra maravigliate. Dushmanta, volendo pur sempre tenersi incognito, dice loro di non badare a quell'inezia, cara a lui per altro come dono del re.