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Insomma riprese il professore io non amo che mia moglie abbia contatti con certa gente... E mi meraviglio che una donna come lei... Diana si portò il dito alla bocca. Parlerete a casa... Zitto adesso, ve ne scongiuro... Non siamo soli... In fatti si avvicinavano la signora Susanna e la Olga, e dietro di loro, fumando, il cavaliere Duranti e il cavalier Nocera.

Ma non io! gridò Abù-el-Nèmr baciando impetuosamente la mano di Fathma. Chi alza un dito sulla favorita dell'inviato di All

Guarda, le dicevo, guarda le sue manine, guarda l'unghia del suo dito mignolo, guarda la sua boccuccia, e quel nasino, e quegli occhietti, come è carina!... come dorme tranquilla... senza rimorsi! Mia moglie sorrideva d'un sorriso celeste, se la voleva sempre vicina, se la teneva stretta alla mammella, la guardava teneramente, le scacciava le mosche dal viso, la copriva di baci.

Ella si prese la sinistra nella destra, considerando il cerchietto d'oro dell'anello nuziale lucente nella penombra. Lo fece girare un poco nel dito eburneo, poi lo trasse, lo guardò contro la luce.

Il Crocifisso fa cenno di accostarsi a Suor Veronica Giuliani e l'abbraccia. Va anche oltre. Alla beata Caterina da Leazi mette in dito un anello d'oro ornato di pietre preziose; uguale anello sponsalizio vien dato a Santa Caterina da Siena, alla beata Osanna da Mantova, a Suor Angelica della Pace, alla beata Stefana Quinzani, a Santa Caterina dei Ricci, a Santa Veronica Giuliani, a tant'altre.

Serafino! mormorò il priore spriorato. Il serafino lo guardò con aria tra ridente e scorrucciata, mettendosi un dito sulle labbra. Che ditino, lettori! Il priore fece involontariamente l'atto di mordere.

"Deh, non fuggir quel che ti attrista Io, io del tuo Dolor l'Ora più fiera col mio singhiozzo non dovrei nell'ombra rinnovellare i gemiti e gli auguri... (così se stessa una dolente accusa). Al cor molle di gioie e di speranze io stesi il dito acuto e tanto il tenni fin che quasi lo spensi. Amor e fede ne strappai spaventosa e al suol, non morto, ma sanguinante ti lasciai nel sangue della tua vita alla piet

Nel gennaio dell'anno seguente ottenni di passare a Casagiove, in Terra di Lavoro. Toccavo, come si dice, il cielo col dito. Casagiove è lontano da Santamaria di Capua un tiro di fucile e da Santamaria si viene a Napoli in un'ora di ferrovia. A Napoli, nelle frequenti scappate che vi feci, tastavo terreno ogni volta.

Tutti i giorni la diva riceveva regali: abbondava però il genere fiori e marrons glacés. Ma chi faceva sul serio e le mandava ricchissimi gioielli, era il conte Pier Luigi, il quale si era incapricciato stranamente della Soleil, tanto da non muoversi più da Borghignano e da esserle sempre d'intorno, quantunque Andreina, che in principio accettava per debito di convenienza i suoi omaggi, gli avesse fatto capire che non gli avrebbe dato da baciare nemmeno la punta di un dito, tanto le faceva schifo. Per altro, a Borghignano, credevano tutti che gi

Non aveva che un dito di fronte e le livide labbra scoverte di pelo, tutto il di più era irsuto di setolacce rossigne, folte e lunghe, che scomposte gli piovevano sul petto non escluso il naso piccino alzato della punta verso la fronte. La quale fronte, bassa e stretta, circondava a guisa di zona bianca, lenticolata, la testa piatta e schiacciata come quella dei Samoiedi.