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Mastro Spaghi sedeva in un umida stanza, I cui muri, giallognoli e a macchie, avean sembianza Di facce d'appiccati. Era una notte estiva. Sui campi la finestra della stanza s'apriva. Di fronte alla finestra c'era una porta, quella D'un carcere, che un tempo era stato una cella, L

La notte veglio penosamente. Sento un gran vuoto! Mio fratello ieri non si sentiva bene: ed io penso come sono cattivo con lui. Gli darò tutte le mie armi. Che mi rester

Perchè mi hai amato troppo tardi esclamava lui, per la centesima volta; perchè io non sono più il giovanotto appassionato di dieci anni fa, ma un uomo arido e stanco, senza speranze e senza desiderii! È tardi, è tardi, Clara. Mai tardi, per l'amore. Siamo vecchi, Clara: il nostro sole tramonta. Dio mi salvi dalla notte ella mormorava, avvilita, senza più energia.

Tra male gatte è capitato il sorco. DANTE, Inferno. Appena il vecchio masnadiero aveva cessato di favellare, che una voce sonora e argentina rompendo i silenzii della notte, portò agli orecchi dei banditi questa canzone: Avventa le zanne, Atterra lecciòli, Nocciòli corniòli, Fa il bosco tremar.

69 Un gran pezzo di notte si dispensa dai cavallieri in tal ragionamento; e conchiudon ch'amore e piet

Quando il brigadiere Fiorella nella notte dell'8 agosto 1796, all'avanguardia della divisione Serurier, reduce dalla vittoria di Castiglione si riaffacciava a Verona abbandonata giusto una settimana innanzi per rioccuparla d'ordine di Buonaparte, il generale Salimbeni comandante di quella piazza indugiò alquanto nel riaprire ai Francesi la porta di San Zeno.

EROTICO. Dimmi, caro fratello, come Cleria saprá il principio della tua partita, non sará il fin della sua vita? che sai che deliberazione ará ella fatta, e desia fartene consapevole? Onde, se non bastano i miei prieghi, per quel nome di Cleria, che ti fu caro un tempo, che vi fermiate per questa notte sola in casa mia. Consigliamoci fra noi, che dobbiam fare.

La mattina del giorno solenne apersi per tempo la finestra dopo una notte insonne, e respirai con volutt

Volle introdotto il buon prete all'amica, e grida fede, e piange e mai rifina; fa con le scarpe che la benedica, e poi la lascia cheta e via cammina. Ciò che scrive Turpin, convien ch'io dica: l'inferma quella notte molto orina. Grida Ipalca per casa, che par matta: Oh scarpe del mio Dio! la crisi è fatta. Bradamante mostrava esser allegra di fuor, ma dentro non so come stesse.

De li altri due c’hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: vedi come si storce, e non fa motto!; e l’altro è Cassio, che par membruto. Ma la notte risurge, e oramai è da partir, ché tutto avem veduto». Com’ a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, e quando l’ali fuoro aperte assai,