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Instante ac requirente magnifico domino Catarino Zeno veneto oratore Ill. D. Venet. ad prefactum dominum Assanbech ac oratore prefacti domini Assanbech ad Summum Pontificem, ad Ser.mum imperatorem Romanorum, ad Ser.mum Ferdinandum regem Siciliae, ad Ser.mum dominum Cassimirum regem Poloniae, ser.

Trovò egli in Polonia il re Casimiro in guerra cogli Ungheri, ed esponendogli lo incarico avuto da Uzunhasan, lo esortò ed indusse a conchiudere la pace, per lasciare almeno agli Ungheri agio di unirsi nella lega contro i Turchi. Dalla Polonia lo Zeno passò in Ungheria, dove ebbe grandi promesse, e l'onore del cavalierato il 20 aprile 1474.

Ai 15 di dicembre lo Zeno partecipava le prime vittorie di Uzunhasan, che uditi i fatti della veneta armata sulle coste della Caramania, ancorchè non gli fossero ancora pervenuti i domandati sussidii, avea dato ordine di guerra, per nulla temendo i rigori della stagione e la mancanza di artiglierie.

Di questa ambasciata Domenico Trevisan lesse in Pregadi a' 24 di ottobre 1512, la stupenda relazione riportata dal Sanudo , e Pietro Zeno narrò pure lungamente i suoi casi nel gennaio dell'anno seguente .

Noi siam di voglia a muoverci pieni, che restar non potem; però perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo ’mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gi

In questo senso scriveasi pure il 27 settembre allo Zeno, che ai 5 del successivo gennaio 1473 si rendeva avvertito del licenziamento di un nuovo oratore turco, venuto per ricercare la pace, mentre il senato non voleva conchiuderla se non d'accordo col re persiano, incaricandolo di annunziare ad Uzunhasan il prossimo arrivo delle chieste artiglierie, condotte da uno speciale ambasciatore.

La qual cosa essendo venuta a cognizione del sultano del Cairo, egli altamente se ne adirò, rispetto particolarmente alle minaccie fattegli da Bajezid, per aver tollerato che nei suoi stati, ministri persiani congiurassero contro di lui; laonde ordinava la immediata carcerazione dello Zeno, e del console veneto in Alessandria, Contarini.

Noi siam di voglia a muoverci pieni, che restar non potem; però perdona, se villania nostra giustizia tieni. Io fui abate in San Zeno a Verona sotto lo ’mperio del buon Barbarossa, di cui dolente ancor Milan ragiona. E tale ha gi

L'ambasciatore persiano, così licenziato, partì colle galere di Cipro, arrivato in Candia ammalò ; quindi passato nella Siria, tenne ragionamento segreto con Pietro Zeno console veneto in Damasco sulla probabilit

Intanto che l'Ognibene ed il Contarini si dirigevano verso la Persia, e che il Barbaro altresì trovava mezzo d'incamminarvisi, Caterino Zeno proseguiva il suo viaggio di ritorno a Venezia, eseguendo le commissioni avute, quale ambasciatore del re persiano.