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Oltre alle relazioni dei viaggi del Zeno, del Barbaro e del Contarini, il Ramusio pubblicava nel 1559 quella di un anonimo mercante che fu in Persia, il quale si dimostra palesemente essere stato un veneziano per la lingua che usa, e pei paragoni dei quali si serve; ed un'altra di Giovanni Battista Angiolello vicentino, intorno alla vita ed ai fatti di Uzunhasan, re di Persia.

Egli portò invece le armi contro il re di Gorgora, e fatta con esso la pace, si ritirò nei propri stati, ove morì il giorno dell'Epifanìa dell'anno 1478. Dopo la morte di Uzunhasan avvennero nella Persia i più gravi sconvolgimenti, che portarono finalmente la esclusione dal trono della sua dinastìa.

Ai 15 di dicembre lo Zeno partecipava le prime vittorie di Uzunhasan, che uditi i fatti della veneta armata sulle coste della Caramania, ancorchè non gli fossero ancora pervenuti i domandati sussidii, avea dato ordine di guerra, per nulla temendo i rigori della stagione e la mancanza di artiglierie.

Trovò egli in Polonia il re Casimiro in guerra cogli Ungheri, ed esponendogli lo incarico avuto da Uzunhasan, lo esortò ed indusse a conchiudere la pace, per lasciare almeno agli Ungheri agio di unirsi nella lega contro i Turchi. Dalla Polonia lo Zeno passò in Ungheria, dove ebbe grandi promesse, e l'onore del cavalierato il 20 aprile 1474.

Frattanto arrivava pure in Venezia un altro legato di Uzunhasan, il quale, passato il mar Nero da Trebisonda a Moncastro e venuto per la via di Polonia insieme ad un ambasciatore di quel re, dirigevasi al sommo pontefice per sollecitare col suo mezzo il concorso dei principi cristiani.

Con queste due commissioni veniva incaricato lo Zeno di andare in Persia, per la via di Cipro e di Caramania, insieme al legato Mirath, e di mostrare a quel re il contento della repubblica per la sua potenza, e la perfetta sua disposizione di concorrere coll'armata navale in pieno accordo e lega con lui. Doveva pure lo Zeno giustificare le incamminate trattative di pace, accolte dietro domanda del Turco e in mancanza di ogni notizia dalla Persia, ma con lieto animo opportunamente a tempo reiette. Gli fu ordinato di portar seco un dono di panni d'oro da presentarsi ad Uzunhasan, e di visitare la regina, nonchè il signore di Caramania ed il re di Georgia. Finalmente egli ebbe incarico di rilevare e descrivere tutte quelle minute informazioni che potesse avere: della potenza del re di Persia, della sua et

Scriveva quindi lo Zeno il 30 di maggio 1472 al capitano generale Pietro Mocenigo, essere egli arrivato in Tauris al 30 aprile, aver trovata la più liberale accoglienza dal re e dalla regina, e la migliore disposizione di muovere nella Caramania e verso le coste contro gli Ottomani. E pregava il capitano generale di accordare passaggio ad un nuovo legato persiano, che Uzunhasan spediva a Venezia.

Espose quegli in senato: «che era spedito dal suo signore per bene intendersi contro i Turchi; che egli prometteva di mettere in campo nella prossima primavera un esercito di 60,000 cavalli; che l'albero grosso sta pur forte contro i venti, tamen se un piccolo verme entra a rodere il tronco da basso, lo riduce così, che il vento facilmente lo atterra; e Uzunhasan sar

Ma poco stettero le cose a cangiare d'aspetto. Battuti i Turchi, fu Uzunhasan spinto dai suoi ad inseguirli al di l

A' 2 di dicembre 1463 il veneto senato ordinava ad Andrea Cornaro di offerire al principe di Caramania Pir Ahmed, e ad Uzunhasan proposta di lega, commettendogli di spedire a questo fine Lazaro Quirini nella Persia, qualora egli in persona non avesse potuto recarsi col