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Noi li avem gia` dietro; io li 'magino si`, che gia` li sento>>. E quei: <<S'i' fossi di piombato vetro, l'imagine di fuor tua non trarrei piu` tosto a me, che quella dentro 'mpetro. Pur mo venieno i tuo' pensier tra miei, con simile atto e con simile faccia, si` che d'intrambi un sol consiglio fei.

lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio cerchiar mi più che ’l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m’ascondeva quanto bene io dico, mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov’ è Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: dimmi se son dannati, e in qual vico».

lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio cerchiar mi fe' piu` che 'l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m'ascondeva quanto bene io dico, mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov'e` Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: dimmi se son dannati, e in qual vico>>.

Un diavolo è qua dietro che n’accisma crudelmente, al taglio de la spada rimettendo ciascun di questa risma, quand’ avem volta la dolente strada; però che le ferite son richiuse prima ch’altri dinanzi li rivada. Ma tu chi se’ che ’n su lo scoglio muse, forse per indugiar d’ire a la pena ch’è giudicata in su le tue accuse?».

De li altri due c'hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo e` Bruto: vedi come si storce, e non fa motto!; e l'altro e` Cassio che par si` membruto. Ma la notte risurge, e oramai e` da partir, che' tutto avem veduto>>. Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, e quando l'ali fuoro aperte assai,

Noi li avem gia` dietro; io li 'magino si`, che gia` li sento>>. E quei: <<S'i' fossi di piombato vetro, l'imagine di fuor tua non trarrei piu` tosto a me, che quella dentro 'mpetro. Pur mo venieno i tuo' pensier tra miei, con simile atto e con simile faccia, si` che d'intrambi un sol consiglio fei.

te e me tostamente, i’ ho pavento d’i Malebranche. Noi li avem gi

Un diavolo è qua dietro che n’accisma crudelmente, al taglio de la spada rimettendo ciascun di questa risma, quand’ avem volta la dolente strada; però che le ferite son richiuse prima ch’altri dinanzi li rivada. Ma tu chi se’ che ’n su lo scoglio muse, forse per indugiar d’ire a la pena ch’è giudicata in su le tue accuse?».

lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio cerchiar mi più che ’l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m’ascondeva quanto bene io dico, mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov’ è Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: dimmi se son dannati, e in qual vico».

te e me tostamente, i’ ho pavento d’i Malebranche. Noi li avem gi