United States or Madagascar ? Vote for the TOP Country of the Week !


Andiamo via, se no, perdo il mio buon umore e Plauto mi riprender

«Il rimproverare un amico, quando ei se lo meriti, per qualche suo mancamento, è cosa increscevole, ma utile assai, nella vita». Hai tu a riprendermi d'alcuna cosa? Dimmi, te ne prego. Parli con me? Credevo che tu leggessi. , ho letto una massima di Plauto. Non ti par giusta? Chi ha da pentirsi di qualche suo mancamento, può giudicarne. Io non so nulla. Ah!

Un soporifero semibalbuziente, per cinque o per dieci lezioni, attraverso un formicolio di nomi e di opinioni tedesche, stillava frigidi sudori per decidere se convenisse dire Virgilio o Vergilio, Marco Accio Plauto o Tito Maccio Plauto. E questa era la letteratura latina.

Ah, il Trinummo, la nuova commedia di Plauto. Che vena, che festivit

Le quali levitá ottimamente discrive Plauto in una sua commedia chiamata Cistellaria, dove un giovane, piú che uopo non gli era, invescato in questa pania, dice cosí: Credo ego amorem primum apud homines carnificinam commentum, hanc ego de me coniecturam domi facio, ne foras quaeram, qui omnes homines supero, atque antideo cruciabilitatibus animi.

Ché se non fossi cosí cieco degli occhi dell'intelletto come sei, vedresti l'ombre di Menandro, di Epicarmo e di Plauto vagar in questa scena e rallegrarsi che la comedia sia gionta a quel colmo e a quel segno dove tutta l'antichitá fece bersaglio.

« Guiberto arcivescovo di Ravenna. » Indi chiude il foglio, lo lega con un nastro, lo suggella del suo anello stemmato e la lettera parte all'istante. Rex sum, si ego illum hodie hominem ad me allexero. PLAUTO Penulo.

lungamente mostrando paganesmo; e questa tepidezza il quarto cerchio cerchiar mi più che ’l quarto centesmo. Tu dunque, che levato hai il coperchio che m’ascondeva quanto bene io dico, mentre che del salire avem soverchio, dimmi dov’ è Terrenzio nostro antico, Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai: dimmi se son dannati, e in qual vico».

La formazione del teatro italiano ebbe dunque due massimi ostacoli; il popolo era troppo basso nella vita, i letterati troppo fuori di essa. Quindi gli eruditi preferirono Terenzio miglior letterato a Plauto maggior artista. Si cominciò a tradurre e a rappresentare, le accademie pullularono.

In cor del volgo addentro molto Ottavia è fitta: io tel dicea: t'aggiunsi che Roma intera avea per doni infausti di Plauto i campi, e il sanguinoso ostello di Burro, a lei feramente espulsa con tristo augurio dati: e dissi... NER. Assai dicesti, è ver; ma il voler mio pur festi. Forse il regnar tu m'insegnavi un tempo, ma il non errar giammai, tu l'insegni, l'apprend'uomo.