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Il cielo a me ti unisce! Tenore e detta. A DUE VOCI. O gioia inesprimibile!... PRIMADONNA. Sei tu?... TENORE. Son io.... PRIMADONNA. Tel credo.... TENORE. Dici tu il ver? PRIMADONNA. Le tenebre Son folte.... eppur ti vedo.... A DUE VOCI. La luce del proscenio Irradia i cori amanti.... Non perdansi gli istanti.... Dell'ora approffittiam!

Il fanciullo abbassò il capo, chiuse gli occhi, fece delle braccia al petto croce, e con suono velato rispose: Sorella, guardami su la fronte alla radice dei capelli; vedi la cicatrice che vi porto? La vedi? Sai tu chi mi ha ferito? Io non tel dissi fin qui; ma ora, che mi sento vicino a morire, io te lo posso confessare. Ripensando fra me come Francesco Cènci mi tenesse in dispregio, e sovente mi guardasse di traverso, a me parendo di meritarlo, un giorno, fattomi cuore, gli caddi davanti, e tentai prendergli la mano per recarmela alla bocca. Egli gridò: «va via, bastardo!» e mi diè così forte un pugno nel petto, che mi spinse giù a precipizio a percuotere col capo nello angolo dello armario, ch'ei tiene nel suo studio. Francesco Cènci mi vide svenuto, e tutto intriso di sangue; mi vide, e non mi rilevò. Di qui la ferita; di qui la infermit

GHERARDO. Tu mi perdonarai. Se gli è cotesto, te la renuncio. E lasciamo stare ch'io penso che, se la tua figliuola ha fatto ciò, l'abbi fatto perché la non voglia me. Ma penso anco ch'ella abbi tolto altri. VIRGINIO. Nol creder, Gherardo. Credi ch'io tel dicesse? Ti prego che non vogli guastar quel che è fatto. GHERARDO. Io ti priego che non me ne parli. VIRGINIO. Oh! Vòi mancar della tua parola?

Se tu avarai tenuta a mente questa doctrina, non cadrai negl'inganni del dimonio perché gli cognoscerai, in quello del quale tu m'hai adimandato. Ma nondimeno, per satisfare al desiderio tuo, piú distinctamente tel dirò e manifestarocti che neuno giudicio voi potete dare per giudicio, ma per sancta compassione.

Io mi vo' far di quel debito franco, s'io ne dovessi andare a pezzi e in schegge, perocché tu debb'esser molto stanco. Io deggio darti que' ducati mille, che sento al cor per altrettante spille. Ho un capital che agli antenati miei costò tremila scudi e piú qualcosa. Io tel vo' dare, e immaginar ti déi che m'esce dalle viscere tal cosa.

Unde, per misericordia e amore inextimabile ch'Io ebbi all'uomo, mandai el Verbo de l'unigenito mio Figliuolo, el quale, per mostrartelo ben chiaramente, tel posi in similitudine d'uno ponte che tiene dal cielo a la terra, per l'unione della natura mia divina nella natura vostra umana.

Oh! s'altro non vuoi, tel dico subito. La mattina nella quale mi avvidi della tua sparizione, io mi feci a sospettare qualche tradimento, e la confusione in cui era la Vascello mi confermò nell'idea. Tutto quel giorno peraltro stetti cheta, poichè il mistero per il quale tu eri entrata col

Or so perché il ribaldo mi confortava a lasciarla: per goderla lui. Se io non fo tal vendetta che, fin che questa terra dura, sará essempio ai servidori che non sieno traditori a' padroni, non voglio esser tenuto uomo. Ma, in fine, se altra certezza non n'ho, io non tel vo' credere. So che tu sei un tristo e gli debbi voler male; e fai perch'io me lo levi dinanzi.

60 Voglio ch'a punto tu gli dica questo: Un cavallier che di provar si crede, e fare a tutto 'l mondo manifesto che contra lui sei mancator di fede; acciò ti trovi apparecchiato e presto, questo destrier, perch'io tel dia, mi diede. Dice che trovi tua piastra e tua maglia, e che l'aspetti a far teco battaglia.

LÚCIA. Omai di questo non mi san piú per tôr passion affanno, visto quanto in lui regni villania e ingratitudine; anzi, il grande amore è vòlto in odio. FRONESIA. Tel vo' dir. Suo danno! Io era, poco fa, , a la fenestra, quando il vidi apparir giú giú. E, d'allegrezza, non potei soffrire di venirti a chiamar; ma gli andai in contra e, giuntolo al fornaio, il salutai da parte tua.