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Andiamo a casa mia o nella vostra, a far il cambio. ORGIO. Eccomi pronto a quanto volete. PARDO. Venete a casa mia, che mangiaremo insieme, e poi ragionaremo de fatti nostri. ORGIO. Non posso, ho che fare, ci vengo con l'animo. PARDO. Vo' che ci vengáti in persona; e per la porta di dietro mandaremo a chiamar Sulpizia vostra, ch'io spasimo di vederla: e vi prego, concedetemi questa grazia.

LIMERNO. Via piú asinale. MERLINO. Da quanto tempo in qua sei tu cosí delicato e schivoso devenuto? non ti fai, se mi rammento bene, chiamar Limerno? LIMERNO. Limerno son per certo. MERLINO. Limerno Pitocco? LIMERNO. Io son pur desso.

O ciel, nel cui girar par che si creda le condizion di qua giu` trasmutarsi, quando verra` per cui questa disceda? Noi andavam con passi lenti e scarsi, e io attento a l'ombre, ch'i' sentia pietosamente piangere e lagnarsi; e per ventura udi' <<Dolce Maria!>> dinanzi a noi chiamar cosi` nel pianto come fa donna che in parturir sia;

Codesta taccola è vecchiottella, madama. Se n'è tanto fatto abuso nei romanzi e nelle commedie! D'altronde, voi siete tutti cugini nel Faubourg. Madama, io attendo da cinque minuti, e non ò il tempo di aspettare. Vogliate chiamar mio cugino: ò bisogno di parlargli ed a lui solo!

Noi ad ogni commedia nuova mutiamo il nome alla prima donna o al primo attore; la donna ora si chiama Maria, ora Elisa, ora Amalia, l'uomo ora si chiama Ernesto, ora Michele, ora Giulio; potremmo addirittura una volta per sempre, finché dura questa carestia d'invenzione, chiamar la donna Rosaura e l'uomo Florindo, ché la monotonia non sarebbe maggiore per questo.

Vo a chiamar la madre badessa. E le dica che porti dell'acqua! aggiunse Pasquale, che non sapeva più in che acque si fosse. La vecchia monaca non gli badò più che tanto, e andò più speditamente che non fosse suo costume verso l'uscio dell'orto, dove si messe a strepitare come un'ossessa, chiamando la superiora, il capitolo, le, converse, la comunit

Io non ho pratica degli usi e delle leggi di qui; disse allora il Dutolet. Vogliate chiamar voi, signor dottore, le autorit

GERASTO. La mia casa sará commune a tutti; se ben non posso onorarvi come si conviene, supplisca dal mio canto l'affezione. Narticoforo, mandáti a chiamar Cintio. NARTICOFORO. Olá, togli questa crumèna, paga l'oste, che ti dii le valiggie, e mena teco Cintio in questa casa.

Era un diletto udirli al lor arrivo chiamar: Bottega! in voce gigantesca, e all'apparir del caffettier giulivo, non voler piú che un gotto d'acqua fresca, il suo caffè disprezzando cattivo: pur convien spesso ch'egli fuor se n'esca, perocché si minaccia e non si prega, reiterando: Bottega, bottega!

Non disse nulla, però, al signor Damelli. Si rivolse invece alla Duchessa. Milla, lietissima, ringraziò con effusione Giuliano.... per quel pensiero così delicato. E subito mandò a chiamar Drollino. Quando se lo vide davanti serio, quasi cupo nel sembiante, rimase per un momento imbarazzata, e l'esito della commissione non le parve facile come le era parso un momento prima.