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Hai mai veduto simile fioritura di gioia? Non l'acqua, ma il fiele, il fango e la bile avevamo, e tutto mutiamo in roseti! Per noi, con noi, il Sole liquefa i suoi raggi in sovrabbondanti capigliature di liquido fuoco sulle campagne beate. Tonde reti di raggi. Guizzano, si slanciano, mille corridori felici: corrono, corrono incontro a noi, Erba felice che si mescola di gioia ai capelli ricciuti dei bimbi nei capitomboli d'oro. Capelli foglie mani palpebre di gioia! Agili arbusti vibranti come quella bambina pazza di gioia alla terrazza. E ciglia lunghe imbrillantate dalla linfa d'amore che sale dal centro della terra a dissetare le citt

Però, Tina mia, un uomo non è mai come ci pare la prima volta: bisogna conoscerlo, e poi mutiamo anche noi a suo riguardo. Egli è brutto, ne convengo. Lo hai guardato nella faccia quando ti ha dato i quattro scudi e ti ha detto: vado via, fammi lume subito perchè potrei pentirmi? No. Io ho sentito che la sua voce tremava: ero coll'orecchio incollato all'uscio. Tina fu scossa da un brivido.

Sardou non ricusò di seguire nelle sue sciocche voglie questo pubblico, e facendo ciò commise opera, artisticamente parlando, disonesta. La prima idea ch'entra nel cervello, gettata in un vecchio stampo e rifusa in un dialogo scipito, ecco questo Piccolino. Mutiamo argomento. Le Lion amoureux di Ponsard c'innalza d'un tratto fra le più pure regioni dell'arte. Ne avevamo bisogno.

Il lago era a poca distanza, e i gruppi dei lavoratori e dei passeggieri che si dirigevano a quella volta, divenivano frequenti. Mutiamo argomento disse la Viola, trattenendo le compagne. Qualche profano dell'antica razza potrebbe udirci e burlarsi di noi. Non esponiamo le cose sante al ludibrio dei pervertiti.

Padre, diss'ella con voce tremante, non posso udirvi più a lungo. Bonaventura era rimasto fermo al suo posto, chiuso, accigliato, come il simulacro del destino. Mutiamo discorso; rispose egli, asciutto. Sar

Noi ad ogni commedia nuova mutiamo il nome alla prima donna o al primo attore; la donna ora si chiama Maria, ora Elisa, ora Amalia, l'uomo ora si chiama Ernesto, ora Michele, ora Giulio; potremmo addirittura una volta per sempre, finché dura questa carestia d'invenzione, chiamar la donna Rosaura e l'uomo Florindo, ché la monotonia non sarebbe maggiore per questo.

Invano Tano Spaglia le diceva scherzando: Ma via! Figli e guai non mancano mai! Mutiamo discorso! brontolava don Carmelo. E ogni sera, terminata la rappresentazione, mentre marito e moglie si coricavano nel misero giaciglio dietro il palcoscenico, Cardello li sentiva leticare sottovoce e sentiva il colpo di un ceffone o di un pugno che strappava degli ahi! ahi! alla poveretta.