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Anche il generale brontolò un arrivederci. Il capitano Dutolet, detto il buon ragno, ed anche, aiutando il suo nome di battesimo, Guglielmo il taciturno, abbozzò un sorriso ed una parola di due sillabe almeno. Maurizio si avviò spedito, e scese quella volta dal gran viale. Per quella novit

Il comandante Dutolet s'inalberò a quella osservazione, che voleva essere ingiuriosa. Ma poi crollò il capo, e rispose molto tranquillamente: V'ingannate. Io non vi avevo promesso nulla. Mi avevate chiesto se avessi sempre il mio colpo infallibile: vi ho risposto di . Ne dubitate? Ecco l

Affogar nel latte, che morte! E non c'era anche il pericolo di annoiarsi un pochino, con tanto latte per tutto pasto? Veramente, per rompere la monotonia c'era l'ospite, il capitano Dutolet. Ma c'era proprio? o non era piuttosto l'ombra di un ospite?

Ma, subito dopo, un uscio dall'altra parte si aperse, e Maurizio sentì che il Dutolet stava per comparire. Alzò la fronte, e vide infatti l'ufficiale, che usciva dallo studio del conte Ettore, grave, rigido come sempre, ma più severo, più accigliato del solito. Il dottore? disse il Dutolet, volgendogli a Filippo, che era rimasto in mezzo alla camera. Esce adesso, signor comandante.

L'accenno militare condusse naturalmente il generale alla presentazione del suo ospite. Il capitano Dutolet, sottotenente nella campagna del 1870, era stato ferito gravemente a Reichshoffen, e sarebbe morto sul campo, se non si fosse dato pensiero di lui, facendolo raccogliere in tempo e mandare all'ambulanza, il suo capo di squadrone Matignon de la Bourdigue.

Era un gran movimento, laggiù: i servi affacciati sull'ingresso; un facchino che entrava allora, con una grossa valigia sulle spalle; dietro a lui, ancora sulla gradinata, un bagliore di larghi e lunghi calzoni rossi. Maurizio riconobbe il comandante Dutolet, arrivato in quel punto, ancora in piccola divisa di capo di battaglione. Non poteva evitarlo. Del resto, perchè lo avrebbe evitato?

E cavò dalla busta le sue pistole. Sono di misura eguale alle mie; notò il Dutolet. Tenga ognuno le sue. Così dicendo, prese posizione di combattimento. Il signor di Vaussana lo imitò. A voi; diss'egli. A voi; rispose quell'altro. Capisco; disse allora Maurizio. Si gareggia di cortesia. Spariamo al comando, vi pare? Conteremo uno, due, all'unisono; al tre faremo fuoco.

Ottimamente, da astuto nemico che conosce il terreno, replicò il generale, ridendo. Ma questo mi fa pensare che la Balma non è così forte come sembra. La posizione è stata girata, Dutolet; come laggiù.... ti rammenti, mio bravo? E quanti valorosi ci sono caduti, incominciando da te!...

E guardava il signor di Vaussana con piglio severo. Maurizio si volse a guardare dietro di . Non c'era nessuno; anche Filippo era uscito. Egli allora, cedendo ad un impulso repentino dell'anima, si accostò all'ufficiale, e a voce bassa, ma con accento vibrato, incominciò: Signor Dutolet, siete voi sempre di quella rara perizia nelle armi, che io ho ammirata altre volte?

Ma voi tirate senza puntare, e l'errore non è più possibile. Chi ve lo dice, signor di Vaussana? Ricominciamo, allora. No. No, voi dite? perchè? Comandante Dutolet, voi mi mancate di parola.