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49 Senza scudiero e senza compagnia scese dal monte, e si pose in camino verso Parigi alla più dritta via, ove era dianzi il campo saracino; che la novella ancora non s'udia, che l'avesse Rinaldo paladino, aiutandolo Carlo e Malagigi, fatto tor da l'assedio di Parigi.

Cosma, ingannato dalla calma apparente, e più dalla parlantina dell’amico, scese nel palischermo e si fece condurre alla spiaggia. Damiano lo guardava intanto con la coda dell’occhio.

Scese a passeggiare in giardino. La notte, stellata, azzurra, trasparente, sembrava irridere colla sua imperturbabile calma alle procelle del cuore di quel giovine che stava ritto presso il muraglione, vero simulacro della pochezza umana al cospetto dell'infinito. Guidato dall'invisibile auriga, il Carro seguiva l'eterno viaggio; Cassiopea, i Gemelli, la cintura d'Orione, splendevano colle loro forme più ricise in mezzo a quelle miriadi sterminate di corpi celesti nelle profondit

Dunque, cittadino Bigino, tu vuoi proprio che il vecchio Torresani discenda?... Chi è salito discenda, chi è caduto si rialzi, tale è il motto degli Equilibristi. Il Torresani scese dal pulpito, e accostandosi al Bigino con affabilit

Polo contemplò lunga pezza questa scena, ma intanto la notte era calata e denso velo ricoprì tutti gli oggetti. Si ritrasse adunque dal balcone, serrò le vetriate e scese nel salotto. Sedette allo scrittoio, aperse il manoscritto, e sfogliando s'arrestò senza averne intenzione alla pagina che così chiudeva: «Il fine della virtù, ha detto lo storico Cuoco, è la felicit

Il minore dei Di Blasi, regio storiografo, non seppe perdonare a Mariano Scasso la pubblicazione d’una versione italiana del de Burigny. L’opera per manco di sussidio di monumenti e di documenti, per errori di fatti che la scoprivano al critico più modesto, era a dir vero difettosissima; ma il Di Blasi oltrepassò il segno. Il suo altezzoso giudizio scese alle minuzie e trascese in biasimo astioso.

Maria non seppe che rispondere e poi desiderava un'ultima spiegazione col principe, sperava d'indurlo a rinunciare a lei. Sono pronta, disse dopo aver data la buona sera all'on. Carrani e al marito. Ella scese sollecita le scale della redazione per evitare di appoggiarsi al braccio di don Pio, che la seguiva.

Terminata questa lettura, do un'occhiata ai compagni, vedo degli occhi lustri e non posso fare a meno di notare un silenzio molto eloquente: non vi è che dire; i miei compagni sono tutti commossi, quanto lo sono io. Le generose parole dell'eroe sono scese nel cuore di tutti: ci insultino pure i Giuda politici, i prezzolati campioni della Monarchia, ci chiamino vagabondi e gente che non ha nulla da perdere, le nostre fatiche non potevano esser meglio ricompensate, le nostre idee non potevano esser meglio comprese. Una sola parola di elogio sgorgata dalle labbra intemerate di Garibaldi vale di più di tutti i belati della mandra comprata; il nostro non è feticismo, non è un moto idolatra, è la giusta estimazione che gli uomini di cuore devono mai sempre nutrire per coloro che hanno tanta benemerenza verso l'umanit

Addio... mormorò Barra, timidamente. Scese le scale, da prima lento, poi proprio a rompicollo. Io rinchiusi l'uscio. Mossi diritto al lume e lo spensi. Si rifece l'oscurit

E così guardandolo, e vedendolo silenzioso, le scese inavvertita in cuore quella piet