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Aggiornato: 10 giugno 2025
Prendete moglie, Dutolet; gli aveva detto ad un certo punto il generale. Se fossi ricco, perchè no? aveva risposto il capitano. Come? esclamò la contessa Gisella. C'è forse bisogno di esser ricchi? Sì, e molto ricchi; rispose il buon ragno. Come si potrebbe altrimenti coprir di diamanti la donna che si fosse scelta a compagna?
Alla pistola batteva tutti il capitano Dutolet, con quel suo modo curioso, strano, inconcepibile, di tirar diritto senza puntare. Per colpire il bersaglio a venticinque passi, Maurizio aveva bisogno di star sulla mira almeno cinque secondi.
Io non ho pratica degli usi e delle leggi di qui; disse allora il Dutolet. Vogliate chiamar voi, signor dottore, le autorit
E fors'anco il generale si era mutato da quello del giorno innanzi. Ma no, sarebbe stato un miracolo; e Maurizio, con tutta la sua fede, non credeva ai miracoli. Per dargli ragione, quel giorno il signor generale era aggrondato. Stava giocando a picchetto col capitano Dutolet; forse perdeva. All'arrivo di Maurizio si degnò di smettere il giuoco; facile sacrificio per coloro che pèrdono.
Il generale diede in uno scoppio così fragoroso di risa da far rizzare la testa al capitano Dutolet, che involontariamente cominciava ad appisolarsi sul canapeino di ferro. Che larghezza di comprensione! Lasciatevi ammirare, caro mio. Vi avverto per altro che l'arciprete di San Giorgio non vi assolverebbe. Lui no, forse; ma un altro, di qui a cent'anni, sicuramente.
Il capitano niente; si presentava di fianco, innanzi al bersaglio, con la bocca della pistola a terra; alzava il braccio, portandolo naturalmente, automaticamente in linea, all'altezza necessaria, non un millimetro di più, non un millimetro di meno; e paf, era un centro senza fallo. I due testimoni di quelle prodezze lodavano senza risparmio. Ma il bravo capitano Dutolet non accettava le lodi.
A me lo avevo promesso, invece, a me solo. Che volete! un'idea; ed era ben salda nell'animo mio, ieri mattina. Ma a me posso mancar di parola, sicuro del fatto mio. Ed ho cambiato opinione. Voi siete crudele, disse Maurizio, ed io ho meritato lo scherno. Ma qui ce ne ancor una delle mie; soggiunse, chinandosi alla busta, ed è carica. Fermate! gridò il Dutolet, avvicinandosi rapidamente.
Il capitano Dutolet aveva aperto un occhio, poi l'altro, ed era rimasto lì trasognato a guardare, mezzo intirizzito, mentre Maurizio si tormentava i baffi, e il generale, per occupare in qualche modo il silenzioso intermezzo, cercava di accendersi un sigaro. Il signor di Vaussana se ne sarebbe andato assai volentieri, levando anche d'impiccio il suo avversario. Ma un pensiero lo tratteneva.
Si salutarono come due buoni amici, essendoci persone a qualche distanza, che potevano vedere e notare ogni cosa. Dopo di che il Dutolet, con molta calma e con altrettanta serenit
Oramai, per ritornare al Castèu, come per venire alla Balma, non passava più dal sentiero della montagna. «Lo penso» andava intanto ripetendo tra sè: «Lo penso!» E pensò egli pure; pensò che il Dutolet aveva ragione anche lui, se pensava che egli, Maurizio, non fosse il miglior compagno di lutto per il vecchio castellano della Balma. Rovine!
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