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Andreina presentò l'uno all'altro: entrambi si salutarono appena, con un cenno del capo, senza stringersi la mano. Il Vharè non badò nemmeno al cavalier Frascolini, ma Sandro squadrava Giacomo da capo a' piedi: c'era assai più che la gelosia, c'era ferocia in quel suo occhio torvo iniettato di sangue, e ci fu un momento nel quale sfavillò con una fiamma sinistra.

Quando dalle torri del Castello fu scorta la flotta vittoriosa ritornare a' suoi porti, replicati colpi di bombarda la salutarono, ed al rumore di quelle salve tutte le vicine popolazioni accorsero alla spiaggia per ammirare ed accogliere i vincitori.

I due contraenti si salutarono senza aggiungere Una parola, senza che il principe pensasse neppure di domandare all'altro notizie di Maria. In quel momento tutto taceva in lui; la paura solo della rovina e della miseria lo dominava.

Cominciò la enorme bestia a dare indietro, con certi orribili singhiozzi agónici che gli empivano la bocca d’un vomito rosso; poi, di schianto, cadde su le ginocchia, soffiò nella polvere, tentò invano di risollevarsi, rotolò boccheggiante. Le trombe, con alti squilli, salutarono la vittoria dell’espada. Volentieri gli furon perdonate dal pubblico le due lame che non avevan ucciso.

Quando entrammo in salone vedemmo vicino a una finestra, sotto la pittura di Guglielmo Tell che infilza il pomo, l'onorevole Dassi, i suoi due secondi e il suo dottore dalla barba solenne e dalla testa filosofica. Queste brave persone ci salutarono con un rispettoso segno del capo.

Quel giorno, in quella casa, tutti s'erano accorti del tempo ch'era cattivo: e quando videro l'uffiziale entrar dal generale, lo salutarono, gli fecero dietro gli occhi grossi; e osarono compiangerlo, perchè certo andava a farsi scaricare addosso qualche sfuriata.

«Malediresti il giorno che ti salutarono col nome di padre. Ma il consiglio non giova, che noi fummo condannati ab eterno all'angosciosa esperienza.... Vuoi ch'io mandi una fiera imprecazione su la tua testa? e tu pure le abbi.... ma da cui? Tu hai levato lo sguardo su la figlia del Re; sangue d'Imperatori è la figlia mia: parla, quale è il tuo, Rogiero?» «Il mio! Io non lo so

Era un fabbricato a un sol piano, dal tetto ingiallito che destò nell'Arconti una vaga reminiscenza dei risotti milanesi. Due operai ritti sulla soglia salutarono Maria e guardarono con una certa curiosit

I militi alzarono i berretti e i cappelli sulla punta delle baionette e lo salutarono col grido: viva il nostro duce! O Roma o morte! All'epoca di Aspromonte, nell'agosto del 1862, l'imperatrice Eugenia aveva cinicamente risposto: Morte e non Roma.

Quando l'espresso venne a fermarsi presso la porta intima del Piccolo Campidoglio, il Gran Proposto Berretta stava sulla soglia ad attenderlo. I due funzionari si salutarono con un cenno democratico della mano, cui il Torresani aggiunse un leggiero inchino della schiena. I due pubblici funzionari entrarono in un gabinetto terreno.