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La morale, sentenziò il castellano della Balma, è l'utilit

Povera bella! Biancolina Feraudi ebbe quel giorno un segreto da custodire, anche per suo marito, quando il brav'uomo fu richiamato a gran voce dal pascolo e mandato in fretta e furia alla Balma, per avvertire il conte Matignon del triste caso toccato alla sua signora, mentre ella si trovava di passaggio al casolare del Martinetto.

Balzò dal letto e corse ad aprir la finestra. Un barlume di luce bianchiccia appariva da levante. Potevano esser le tre del mattino. Chi batteva frattanto? Si affacciò, per domandare, mentre un'altra finestra si apriva al piano inferiore. Son io.... Filippo; rispose una voce dal piazzale. Filippo era il nome di uno dei servitori della Balma. Che c'è? che volete? chiese Maurizio, riconoscendolo.

Rosina accorse a sua volta, battendo le palme in segno di allegrezza; dietro a lui si affacciò Biancolina. Questi ragazzi vi fanno ritardare; diss'ella, vedendo il signor di Vaussana, che lasciava la strada per prendere il sentieruolo del casolare. Andate alla Balma?

Trovato facilmente il passo, ed entrato nel recinto della Balma, il visitatore fu ben presto ad una piccola spianata, davanti a cui sorgeva la gradinata che metteva al portone d'ingresso. Non c'era nessuno alla vista, ma si sentivano voci di dentro; anzi, per dire più esattamente, si sentiva una voce sola, che faceva per quattro, rumorosa, allegra, voce di comando frammezzata di risa.

Parlate, in nome di Dio! Signor generale, che dirvi? mormorò il dottore. È ancora il suo male. Non era eliminata.... non poteva eliminarsi la causa.... e gli effetti si ripetono. Fortuna ancora che il signor di Vaussana è venuto ad avvertirmi subito. , soggiunse Biancolina, e fortuna maggiore che i miei piccini l'abbiano veduto passar qui sotto, mentre dal Castèu si recava alla Balma.

Comunque fosse di ciò, e per tempo cattivo che volesse fare, il signor di Vaussana non andava mai alla Balma se non per la strada del bosco. E la mattina di quella domenica, un po' prima dell'usato, egli rifaceva la strada consueta, per portare al generale un fascicolo della Rivista marittima, di cui gli aveva parlato la sera innanzi, accennando a certi esperimenti di artiglieria navale.

Che cos'era avvenuto alla Balma, perchè si scrivessero di queste lettere a lui? Niente di male, a buon conto; e Maurizio incominciò a metter fuori un sospiro di sollievo. Poi, diffidente com'era e amante di sofisticare su tutto, almanaccò un pezzo sul fatto che la lettera fosse scritta dalla contessa. Ma il poscritto del generale era l

E uscito dal Castèu, si avviò alla Balma; non dalla parte del paese, ma dalla parte della montagna, per la scorciatoia del bosco e della cascata, che ben ricordava, per averla fatta da ragazzo, almeno un centinaio di volte.

Tra il signor Maurizio e il castellano della Balma si era fatta la pausa un po' lunga. Il terzo, che sonnecchiava così bene sul piccolo canapè di ferro, ne era stato svegliato in soprassalto, come avviene in istrada ferrata al fermarsi improvviso del treno.