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Delizioso! egli disse, mi ricorda il caffè veramente orientale che si beve al Florian di Venezia....

I primi alla rassegna erano giunti certi cagnotti parigin diserti, ch'aveano in cento vizi i ben consunti; e van per case, e gli occhi han ben aperti, per condannar gli addobbi e tutti i punti dell'apparecchio, e per farsi ben certi che ci fosse abbondanza di confetti, di caffè, cioccolato e di sorbetti.

Usciti da questi bazar ci troviamo in una piazza dove è il caffè, logora tettoia di paglia sotto la quale si radunano le poche persone trattabili che qui abitano, e vi passano delle ore intiere sorbendo caffè alla turca e fumando sigarette o narghillè: da qui proseguendo, abbiamo qualche abitazione ancora in pietra ove stanno alcuni greci che nelle loro botteghe tengono di tutto, dalle sardine alle scarpe; il vice-consolato di Francia che occupa una delle più belle case, e una massa di capanne rettangolari ove abitano gli indigeni sempre poveri, ed una massa di donne abissinesi che superbe della loro bellezza vengono qui a sciuparla facendone vilissimo mercato.

Salutai gli amici e verso mezzanotte mi ridussi al caffè Ferruccio. I miei quattro compagni, non avevano mancato all'appello e cominciavano a susurrare della mia tardanza; alcune nostre conoscenze fiorentine, colle quali potevamo fidarsi a chiusi occhi, si erano assise al nostro tavolino, e sotto voce ci davano qualche conforto, o si lamentavano di non poterci seguire.

Al caffè dell'Aquila, dov'erano andati i due a sedersi, con tre o quattro amici combinati per via, un altro studente, che era conte e figlio d'un ministro, e che per solito tirava dritto salutando con molto sussiego i compagni, si era degnato di avvicinarsi a loro e di rallegrarli colla sua conversazione, per far sapere a tutti che tornava allora allora di Francia.

Chi fosse questa Maddalena, la quale vivendo faceva un po' mondano don Anastasio, non è occorso a' sottoscritti di potere indovinare. Ma non hanno lette ancora che poche carte della Miscellanea. Apertala a metá del volume, vi trovarono un capitolo che s'annunzia cosí: Elegia comico-seria ed in prosa, composta da due degni signori che scrivono nel foglio periodico «Il caffé».

«Il benedett'uomo si strugge se non sta a predicare il latinorumdiceva la Contessa, colla sua voce sgarbata, ai professori, che la sera le facevano corona al Caffè d'Europa.

Nelle sale del Caffè Storchi i compagni dell'Asso di cuore non pretendevano di far dell'accademia, della politica, dell'economia sociale; ma semplicemente divertirsi nel miglior modo, ciascuno secondo i propri mezzi e le proprie facolt

Non volete prendere il caffè? Andrei io giù a farmene riempire una mezza cocoma al Leoncino d'oro, disse la mamma. No, bisogna saper resistere: oggi abbiamo fatto abbastanza baldoria da pari nostre: aspettiamo qualche altra occasione vicina. Perchè non vicina? Io lo credo.

Altro esempio. Come ritornare in Italia, non potendo dire di aver pranzato da Bignon, o al caffè Riche? Bisogna dunque passare sotto le Forche caudine; andare al Riche, o da Bignon. Eppure, chiuso l