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"Due però (scrive il Manzoni) erano i libri che Don Ferrante anteponeva a tutti e di gran lunga in questa materia; due che, fino a un certo tempo, fu solito di chiamare i primi, senza mai potersi risolvere a qual de' due convenisse unicamente quel grado: l'uno, il Principe e i Discorsi del celebre Segretario fiorentino; mariuolo , diceva Don Ferrante, ma profondo: l'altro la Ragion di Stato del non men celebre Giovanni Botero; galantuomo , diceva pure, ma acuto." Il Manzoni dovea pensare ne' suoi studii storici un po' come il suo Don Ferrante: "Ma cos'è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada, e, per conseguenza, butta via i suoi passi; come la politica senza la storia è uno che cammina senza guida." L'Autore entra spesso in iscena anche come attore. Così dopo aver fatto una descrizione, forse un po' troppo minuta della biblioteca di Don Ferrante, soggiunge: "Noi cominciamo a dubitare se veramente il lettore abbia una gran voglia di andar avanti con lui in questa rassegna, anzi a tornerò di non aver gi

E dunque, via... non dovrebbe più esser così... Permette che le levi io codesto cappellinoIl Primo Attore dir

Lo stile balzano dava rilievo alle arguzie sarcastiche, temperava l'acredine delle invettive. In sostanza, quegli scritti non erano che una parafrasi brillante delle utopie e delle ire di un partito. Si era detto anni sono che le opere letterarie e politiche del celebre attore sarebbero uscite stampate in volumi per cura de' suoi amici.

La deficienza di un attore o di un'attrice può influire sulla sua sorte presso il pubblico, che spesso non è tanto colto e tanto avvisato da distinguere il valore dell'opera d'arte da quello della rappresentazione che essa riceve.

Ma via! Facciano silenzio! Poi, rivolgendosi ai Personaggi: E loro si levino! Sgombrino di qua! Al Direttore di scena: Perdio, faccia sgombrare! Via! Via! Ma no, veda, noi... Insomma, noi qua dobbiamo lavorare! Il primo attore. Non è lecito farsi beffe così...

Ma una mano ferrea, in quell'istante stesso, colto di dietro il pugno del principe con una scossa che fece traballare l'intera persona, lo distaccò dalla donna. Da una terza gondola approdata poco dopo le prime, era disceso svelto e risoluto un nuovo e giovine attore su questa interessante scena.

Allora i più fecero cerchio intorno al Lautrec ed al barone coclega, che replicò un racconto tenuto alcuni momenti prima. Narrò una storia recente, di cui egli era stato il principale attore, una storia di sopruso, di libidine, di violenza.

Pranzava, o, per dire più veramente, desinava alle cinque, lasciando che l'oste mettesse a libro, o tenesse in memoria. Fatto il suo chilo andava a teatro, dove, o per amicizia coll'impresario, o col primo attore, ci aveva sempre il passo libero, e pigliava le sue lezioni di storia, d'usi e costumi, dai maestri della ribalta, che egli pagava in fischi o in applausi, secondo l'umore.

Di questi ultimi, tre erano donne di malaffare, sei uomini chinesi e sei bianchi, fra cui un attore del teatro di Union Square. Quasi tutti gli arrestati avevano indosso una piccola bottiglia d'oppio; uno teneva un limone la cui scorza era bucata in vari punti per saturarlo d'oppio.

Noi ad ogni commedia nuova mutiamo il nome alla prima donna o al primo attore; la donna ora si chiama Maria, ora Elisa, ora Amalia, l'uomo ora si chiama Ernesto, ora Michele, ora Giulio; potremmo addirittura una volta per sempre, finché dura questa carestia d'invenzione, chiamar la donna Rosaura e l'uomo Florindo, ché la monotonia non sarebbe maggiore per questo.