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Il buttafuori, apparso finalmente al proscenio, più pallido e più balbuziente che mai, dopo aver letto al pubblico la lettera che quella mattina io aveva scritta all'impresario, annunziò che la promessa rappresentazione dei Baccanti non poteva altrimenti aver luogo. Il turbine non si descrive. E fu un turbine da far crollare le pareti.

La produzione sortì l'esito che era da attendersi: fanatismo completo... Ma al momento in cui gli autori comparivano per la ducentesima volta al proscenio, il velario riparatore che copriva il palco numero sette si alzò improvvisamente, mettendo allo scoperto la sarcastica figura del Torresani.

Il cielo a me ti unisce! Tenore e detta. A DUE VOCI. O gioia inesprimibile!... PRIMADONNA. Sei tu?... TENORE. Son io.... PRIMADONNA. Tel credo.... TENORE. Dici tu il ver? PRIMADONNA. Le tenebre Son folte.... eppur ti vedo.... A DUE VOCI. La luce del proscenio Irradia i cori amanti.... Non perdansi gli istanti.... Dell'ora approffittiam!

La donna, nel diverbio con Uldino, ha lasciato cadere il cucchiale, e il basso essendo trascorse le battute intermedie fra l'adagio e la cabaletta, ritorna a grandi passi verso il proscenio augurando mille accidenti alla moglie, e poi grida: Oltre quel limite Ti attendo, o spettro, Vietarlo ad Attila Nessun potr

La danzatrice che apparve al proscenio portava un bel nome latino, foggiato con la sampogna e col diadema, bucólico e regale, strano e forte:

Alla sinfonia dell'opera precedette l'inno di Garibaldi, nuovo allora e miracoloso, che cantarono i virtuosi sul proscenio. Dalla elettrizzata folla eruppe un turbine d'applausi, e in quell'istante di universale esaltamento, gli occhi dei due innamorati si confusero in uno sguardo appassionato e decisivo.

Quando Dio volle, riuscimmo a superare, più o meno illesi, quella barricata di sedie e di ginocchi; tanto che, al cominciare del secondo atto, ci trovammo comodamente seduti nel palchetto di proscenio. E l

Non son nuovo alle chiacchiere in pubblico; i comici antichi mi usarono spesso la cortesia di farmi venire sul proscenio, per chiarire l'intreccio e dire tutte quelle cose che all'autore mettesse conto di far sapere alla gente. E questa cicalata era il Prologo. Il Prologo dopo il second'atto! E perchè no?

Appena poi fu calato il sipario, alcuni si arrampicarono sul proscenio e sollevarono il telone di sotto in su, per vedere se lo spettacolo avrebbe tardato molto a ricominciare. Le ultime scene del Cristoforo Colombo presentano uno dei più bei quadri di battaglia, perchè i due eserciti, spagnolo ed indiano, muovono l'un contro l'altro, scaricando le loro armi da fuoco.

Come ricordava quella sera! Gli pareva ieri!... Si dava la «Saffo» di Daudet; e Nino era andato con la zia Carlotta e la cugina Adele in un palco di proscenio. Nel secondo atto egli rideva con Adele della veemenza della scena d'amore quando, all'improvviso, si accorse che la Villari lo guardava. , guardava lui! Lo fissava con grandi occhi penetranti, lungamente, deliberatamente, mentre Jean le singhiozzava ai piedi. Poi ella pronunciò la famosa frase del Daudet: «Toi, tu ne marchais pas encore que moi déj