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Ohè, se torni a ilmiaulare, ritorno Topo, abbasso i camberati e ilbotro anche di tene al pittore. Sec. Hoe; ho fatto conia, e poi la chiave della bujosa* l'ha il soprastante. * Prigione. Topo. Accidenti a lui e alla sua famiglia! Sec. Non beltemmiare.... vuoi una mezzetta? pago io. Topo. Bravo, camberata!

C. Perche quando nascono gli accidenti tanto estremi, non potendo supplire la parte da basso sola, il fuoco di sopra ritorna, & nel ritornar che fa, commuoue i confini dell'aria sopra, & come fuoco tira

Non ti conobbi mai di conoscerti mi curo. FESSENIO. Adunque, tu non conosci il servo tuo? LIDIO femina. Tu mio servo? FESSENIO. Se per tuo non mi vuoi, sarò d'altri. LIDIO femina. Va' in pace, va'; ché col vin parlar non intendo. FESSENIO. Col vino non parli tu giá; parlo io bene con la smemorataggine. Ma non ti nasconder da me, ché li accidenti tuoi so io bene come te. LIDIO femina.

Oh abbondante grazia ond’ io presunsi ficcar lo viso per la luce etterna, tanto che la veduta vi consunsi! Nel suo profondo vidi che s’interna, legato con amore in un volume, ciò che per l’universo si squaderna: sustanze e accidenti e lor costume quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.

Ma qui è da vedere che volle dire questo tremare, conciosiacosaché l'autore niente ponga senza cagione; e perciò è da sapere l'autore in ogni cosa porre quelli medesimi accidenti avvenire a' dannati, che a coloro che in istato di grazia sono od in via di penitenzia.

Accidenti! gridò la vecchia, mi tocca tutto fare da me. E rialzando l'utensile, vi ricacciò il fritto ceneroso. Qual deliziosa innocenza di costumi! mormorò Bruto conservando tutta la gravit

Un poco di soperchio freddo o di caldo che noi abbiamo, lasciando stare gli altri infiniti accidenti e possibili, da essere a non essere sanza difficultá ci conduce; da questo gentilezza, ricchezza, giovanezza, altra mondana dignitá è privilegiata; della quale comune legge la gravitá convenne a Dante prima per l'altrui morte provare che per la sua.

Io non gli rispondeva: se però fossero arrivati al Perelli, che ci aveva mandati lassù, tutti gli accidenti che gli augurai in quella mezz'ora, il povero diavolo chi sa mai quante volte avrebbe fatto il fatale viaggio che gli avevano risparmiato le palle prussiane.

E così dicendo, amorosamente gli strinse la mano. La sfortunata morte di due infelicissimi amanti, che l'uno di veleno e l'altro di dolore morirono; con vari accidenti. MATTEO BANDELLO Novelle. Agunt et Cantant: GIULIETTA. ROMEO. MERCUTIO. L'ANIME DELLA NOTTE. Notte vicina all'alba. Nei giardini dei Capuleti: un verone splende solo al palazzo tra li alberi: una scala di seta pende dalla ringhiera.

Povera carrozzella dell'amore e del canto nostalgico che con schianti e singhiozzi si strappa dai binari ferrei della vita di guerra. Il cocchiere bestemmia: Accidenti! Fetente! In realt