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«Non mi uccidete, magnifico cavaliere, non mi uccidete, pel vostro battesimo, per la benedizione di Dio e dei Santi; tenetemi per vostro fante; io so come si governa un cavallo, avrò amore ai vostri, e a voi; vi servirò fedelmente. Oh! liberatemi, signore, da questo affanno; la morte è troppo grave dolore.» E intanto piangeva e singhiozzava interrotto. «Chi ti ha detto che sia un dolore?

PASQUELLA. Io non credo che nel mondo si truovi il maggior affanno il maggior fastidio che servire, una mia pari, una giovane innamorata; e massimamente a quella che non ha d'aver timore di madre, di sorelle o d'altre persone, quale è questa padrona mia: che, da certi in qua, è intrata in tanta frega e in tanta smania d'amore che notte ha posa.

Io sono il figlio naturale di.... Ma non proseguì, e solo abbracciò la moglie prossima a svenire e la coprì di baci. Dio eterno! tu grande? disse Rosina con un misto di gioia ed affanno leggendo le carte ricevute. Grande? riprese Giovanni? non lo sarò che compiuto il mio voto; ora sdegno ogni altra grandezza.

Forse l'avevano smarrito alcuni signori usciti quando entravo io. L'apersi, e gli occhi, mi caddero sul passo dove si accenna alla leggenda del Diletto, che mi duole ancora di non conoscer bene, di non sapere a qual popolo appartenga. Mi fece, forse anche per il luogo e l'ora, una impressione tale, mi sentii così improvvisamente rivivere il cuore che n'ebbi sgomento e affanno. Non volevo!

Al v. 5 della st. 44 si leggeva vinto del sofferto affanno: abbiamo stampato dal per maggior chiarezza, ed anco esattezza.

37 Con tai parole e simili altre assai, che le lacrime accompagnano e sospiri, pregar non cessa tutta notte mai perch'alla pace il suo amator ritiri; e quel, suggendo dagli umidi rai quel dolce pianto, e quei dolci martiri da le vermiglie labra più che rose, lacrimando egli ancor, così rispose: 38 Deh, vita mia, non vi mettete affanno, deh non, per Dio, di così lieve cosa; che se Carlo e 'l re d'Africa, e ciò c'hanno qui di gente moresca e di franciosa, spiegasson le bandiere in mio sol danno, voi pur non ne dovreste esser pensosa.

Allor del Nilo ignoto oltre a la fonte, Oltra l'Atlante, oltra Boote andranno Altieramente le tue glorie conte, Ch'or per mia bocca risonar non sanno; Ma pur queste d'amore anime pronte Alzano al Cielo il tuo sofferto affanno, E sto quasi per dir, che 'n lieti gridi Fansi ver te queste onde e questi lidi.

Lo sommo Ben, che solo esso a se' piace, fe' l'uom buono e a bene, e questo loco diede per arr'a lui d'etterna pace. Per sua difalta qui dimoro` poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambio` onesto riso e dolce gioco. Perche' 'l turbar che sotto da se' fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno,

OTTAV. Gli Dei t'abbian mercé del prezíoso dono, opportuno a me tanto... Ecco... Nerone. A liberarmi... deh!... morte... ti... affretta. NER. Cagion funesta d'ogni affanno mio, dalle mie mani al fin chi ti sottragge? Chi per te grida omai? Dov'è la plebe?

Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: per la dannosa colpa de la gola, come tu vedi, a la pioggia mi fiacco. E io anima trista non son sola, ché tutte queste a simil pena stanno per simil colpa». E più non parola. Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno mi pesa , ch’a lagrimar mi ’nvita; ma dimmi, se tu sai, a che verranno