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Quivi il lasciammo, che piu` non ne narro; ma ne l'orecchie mi percosse un duolo, per ch'io avante l'occhio intento sbarro. Lo buon maestro disse: <<Omai, figliuolo, s'appressa la citta` c'ha nome Dite, coi gravi cittadin, col grande stuolo>>. E io: <<Maestro, gia` le sue meschite la` entro certe ne la valle cerno, vermiglie come se di foco uscite

che le bianche e le vermiglie guance, l

Quivi il lasciammo, che piu` non ne narro; ma ne l'orecchie mi percosse un duolo, per ch'io avante l'occhio intento sbarro. Lo buon maestro disse: <<Omai, figliuolo, s'appressa la citta` c'ha nome Dite, coi gravi cittadin, col grande stuolo>>. E io: <<Maestro, gia` le sue meschite la` entro certe ne la valle cerno, vermiglie come se di foco uscite

Ma, ogni tanto, anche senza volerlo, gli occhi loro guardano verso l'ingresso e le labbra vermiglie fanno qualche smorfiettina d'impazienza.

LECCARDO. Oimè, quella faccia piú bianca d'una ricotta, quelle guancie piú vermiglie di vin cerasolo, quei labrucci piú cremesin d'un presciutto, quella..., ahi! che mi scoppia il core,... DON FLAMINIO. Che cosa? sta male? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Ecci pericolo della vita? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. È morta? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Che cosa piú peggio della morte?

Come! Anco con la strage di quattro innocentissime creature? Portansi dai cardinali cappe vermiglie perchè il sangue non vi si scorga sopra. Ma voi non avete per istituto di difendere la vedova e il pupillo? E l'avvocatura non reputasi appunto milizia gloriosissima, per lo pericolo che l'uom corre nel difendere la causa della innocenza iniquamente perseguitata?

Le sue labbra vermiglie sorridevano; i suoi grandi occhi verdi brillavano, guardando argutamente la signora Maddalena, povera colomba smarrita, la quale aveva stimato debito suo di parlare di un fatto che la risguardava, e, dopo aver cominciato, non si sentiva più l'animo di proseguire.

Sorgeva in piedi; la forza che doveva mantenergli anche per qualche ora la vita parve riunirsi per consumarsi in un punto: le sue guancie si fecero vermiglie di rossore febbrile, afferrò il braccio di Rogiero, e lo spinse violentemente verso la porta; mosse spedito il primo passo, mutò il secondo,... al terzo Rogiero sentì abbandonarsi: il misero Enrico stramazzò bocconi sul pavimento.

Gran disgrazia essere asini! Intanto quelle fronti giovanili si corrugavano, quegli occhi per solito così gai si mettevano a guardare in alto, come chiedendo l'ispirazione alle ragnatele del soffitto, quelle labbra vermiglie ordinariamente disposte al sorriso si contraevano con uno sforzo penoso, e le mani avvezze a tante piccole furfanterie andavano ravvolgendosi nei capelli.

Non è così, Ghiandusso, credo che il cane italiano tenga i denti stretti per respirare il meno possibile il puzzo terribile del cane tedesco. Fuori: un tramonto di nuvole vermiglie lacerate come pezzi enormi e brandelli di carne macellata.