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D'inverno, ricoperti da pelli di montone che danno loro sembianze di uomini primitivi, stanno esposti alle pioggie e alle tempeste; d'estate, durante le lunghe ed afose giornate, sono fortunati quando trovano un albero, od una disuguaglianza di terreno, che procuri loro un poco di ombra per sonnecchiare o per mangiare un tozzo di pane asciutto ed un poco di ricotta.

Alzatosi da tavola, sellò il morello, mise nelle bisaccie il gabbione col furetto, due pani bianchi, un fiasco di vino, un quarto di ricotta salata, un po' di salsiccia e quattro sedani: e montato a cavallo, con Vespa e Monaca dietro partì per Pietracaduta.

Egli lamentava continuamente l'egoismo dei villani, l'ingratitudine di coloro, ai quali pretendeva d'aver salvata la vita, e che credevano sdebitarsi d'un tale beneficio, coll'offrirgli in dono una magra ricotta affumicata!... Io afferrava subito il pensiero dominante, e lo traducevo in versi tragici: «Popolo sconoscente... che le gravi Cure del regno con l'oltraggio paghi E con l'infame tradimento!...»

«Gl'individui più maltrattati sono: Failla Giuseppe fu Onofrio di anni 37 muratore, Fiasconaro Rosario fu Antonio d'anni 62, Lipira Antonino fu Leonardo d'anni 53; Gennaro Vincenzo fu Pietro d'anni 52, Ricotta Santi fu Pietro di anni 50, tutti pastoriSeguono le firme degli assessori e del funzionante sindaco.

Tal che la vuol, in fine, ciò che tu vuoi. Odi, padrone. Ella non sentí prima nominarti che io la viddi tutta accesa de l'amor tuo. Or sarai ben, tu, felice. CALANDRO. Tu di' il vero. E' mi par mille anni succiar quelle labra vermigliuzze e quelle gote vino e ricotta. FESSENIO. Buono! Volse dir sangue e latte. CALANDRO. Ahi, Fessenio! Imperator ti faccio.

! rispose egli: a poche miglia e vi guiderò diritto a quella volta ove potremo trovare un po' di riposo ed un'eccellente ricotta per soddisfare la fame.

Il nostro alimento consisteva in uova, ricotta, o latte agro e rappreso, che i pastori ci fornivano gratuitamente. Gli alberghi posti sullo stradale, pressochè tutti erano abbandonati alla mercè dei passanti. I proprietarii, per evitare molestie o pericoli, si erano allontanati, nascondendo o portando via le suppellettili di qualche valore.

"Entrate, qui nulla manca. Eccovi prosciutto, ricotta, pane ed una foglietta proprio d'Orvieto". Specie di misura romana. "Mangiate, bevete ch'io vi guarderò le spalle da quei malandrini di Roma. Accidenti a quanti sono!". Accidenti, come gi

I pecorari, coloro che custodiscono le pecore, su per giù si trovano nelle identiche condizioni dei primi; hanno il vantaggio di dormire al coperto; quasi sempre alla sera mangiano le lasagne e la ricotta e bevono latte; ma ricevono un minore salario.

LECCARDO. Oimè, quella faccia piú bianca d'una ricotta, quelle guancie piú vermiglie di vin cerasolo, quei labrucci piú cremesin d'un presciutto, quella..., ahi! che mi scoppia il core,... DON FLAMINIO. Che cosa? sta male? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Ecci pericolo della vita? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. È morta? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Che cosa piú peggio della morte?