United States or Belize ? Vote for the TOP Country of the Week !


Non son nuovo agli assalti, in guerra il pelo Fatto ho canuto; io mille volte i lidi Visti ho sanguigni, ed or venir di gelo Le squadre, or franche sollevare i gridi, Ma non pertanto contrastar col cielo Ardimento mortal non mai m'affidi, sia coraggio d'uom che mi sospinga che contra il gran Dio la spada io stringa.

A lor che un giorno soffriran la guerra Dei torbidi elementi Giovi produrre le radici in terra Profonde e dar tutta la chioma ai venti. A lor che un giorno forniranno i nidi Nei verdi amplessi ai teneri usignuoli Tornin benigni i soli Tornin le brezze degli aperti lidi.

e fia la tua imagine leggera in giugnere a veder com'io rividi lo sole in pria, che gia` nel corcar era. Si`, pareggiando i miei co' passi fidi del mio maestro, usci' fuor di tal nube ai raggi morti gia` ne' bassi lidi. O imaginativa che ne rube talvolta si` di fuor, ch'om non s'accorge perche' dintorno suonin mille tube, chi move te, se 'l senso non ti porge?

29 Non so se fosse caso, o li miei gridi che si doveano udir lungi una lega, o pur ch'usati sian correre ai lidi quando navilio alcun si rompe o anniega; sopra il monte una turba apparir vidi, e questa al mare e verso noi si piega. Come la vede il Biscaglin venire, lascia l'impresa, e voltasi a fuggire.

La spiaggia era deserta, sabbiosa e seminata di conchiglie, quelle stesse conchiglie che fanciulletto io raccoglieva nei lidi solitarii deila mia patria. Il mare frangeva il suo lamento sovra gli scogli con ritmo severo, come l'aveva udito per tanti anni. Così io mi vidi riportato alla mia infanzia la mia infanzia era la mia patria.

Ella narrò a Virgilio L'egloghe e l'epopee; Apprese in versi a Orazio Le proverbiali idee; E rizzò terme e templii, E circhi e colossei, E sogghignò agli Dei, Agli aúguri, agli altar. Dai lidi della Nubia Chiamò il pardo e il leone; Tolse a femminee viscere Caligola e Nerone; Rovesciò il bianco pollice In faccia ai moribondi, E chiese se altri mondi Eran da conquistar!...

Queste due belle province di cui la conquista e la conservazione costarono alla Repubblica tanto sangue e tant'oro, formavano una delle predilette cure de' Veneziani i quali, padroni di quella grande striscia di lidi che fiancheggia ad oriente l'Adriatico, e delle isole Jonie che ne guardano l'entrata, sapevano come solo mantenendo que' possedimenti potevano assicurare la durevolezza del loro dominio su quel mare ch'era, anziché i Portoghesi girassero il Capo di Buona Speranza, la strada del commercio dell'Europa coll'Egitto e coll'Indie. La Dalmazia, le condizioni del cui suolo vietavano un rapido sviluppo d'incivilimento e d'industria, fu calcolata sempre da' nostri una colonia mercantile e militare. Provveduta di porti eccellenti e di magnifiche rade, con un popolo dedito, più che ad opere di pace, al maneggio dell'armi nell'interno del paese, e sul littorale tutto consacrato alle arti marinaresche, quella provincia forniva la metropoli di marinai e di soldati. La Repubblica dal suo canto ricompensava colla mitezza del governo, tollerante nelle province la forma di quasi autonomo reggimento, coi premii largheggiati a' Dalmati, e con que' tutti mezzi che uno stato sa mettere in opera per amicarsi i popoli soggetti; e prova ne sia l'affetto moltissimo che i Dalmati posero nel regime veneziano, i Dalmati versanti a rivi il loro sangue per Venezia in tutte le guerre ch'essa sostenne, i Dalmati piangenti nel dipartirsene le mutate sorti del tristo rivolgimento del 1797 e che seppellirono il vessillo a cui aveano giurato fedelt

Poscia dal tranquillissimo sereno De gli almi alberghi a l'Ocean discende, Per tal sembianza ch'augellin via meno Verso i sicuri nidi a volar prende; Qual vola in un momento aureo baleno, Se de l'oscure nubi il grembo fende, Tal ei volò su i tempestosi flutti E ne trasse AMEDEO su i lidi asciutti.

Di repente riviver lo splendore Ecco di quelle feste a' Franchi lidi, Ad un cenno del Corso Imperadore. E con gara magnifica allor vidi Il popolo esultar, che finalmente Fosser compressi di bestemmia i gridi: E la citt

Senonchè, finita la stagione della Fenice, la Candida prese il volo per altri lidi e le successe una Olimpia ascritta tra le Scozzesi di una Lucia di Lammermoor che si rappresentava al teatro S. Benedetto. L'Olimpia non durò un pezzo neppur lei, e le tenne dietro una Serafina, virtuosa di canto, che, insieme con molte altre cose, aveva perduto la voce.