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E quando Malghera, ridotta un mucchio di rovine, fu abbandonata in silenzio nella notte dal 26 al 27 maggio, e la eroica guarnigione, decimata ma non vinta, non doma, fatti saltar i primi archi del ponte, si trincierò fieramente sul piazzale opponendo al nemico una seconda linea di difesa non meno formidabile dell'altra, lo strepito più vicino dell'artiglieria, la coscienza del crescente pericolo non valse ancora ad accasciar l'animo dei Veneziani.

Ma incalcolabilmente superiore ai condottieri del tempo, che dagli splendori di Francesco Sforza e di Niccolò Piccinino precipitavano all'ultima decadenza, egli fu un politico profondo come i migliori veneziani, efferato come tutti i tirannelli di allora.

Le quali relazioni sono di tanta maggiore importanza, in quanto si riferiscono all'epoca delle guerre persiane e delle ribellioni della Siria, ed avvisano alle cause della progressiva diminuzione del commercio dei Veneziani nell'Asia.

Che il primato del commercio asiatico, benchè contrastato dai Genovesi, fosse fino dagli esordii della repubblica nelle mani dei Veneziani, che Venezia fosse, come la disse il Giogalli, la dogana principale delle ricchezze dell'Asia, lo prova la famosa lettera di Cassiodoro dell'anno 528, dalla quale consta che essa provvedesse i re Goti di quanto abbisognavano.

Ma il ritorno dello scalo principale a Tripoli contribuì esso pure a danneggiare il commercio dei Veneziani, per la distanza da quella citt

I primi che intrapresero viaggi per l'interno dell'Asia furono i veneziani Matteo e Nicolò Polo, i quali mossero nell'anno 1250, al tempo di Baldovino imperatore, da Costantinopoli, e inoltratisi nel mar Nero sbarcarono nel porto di Soldadìa vicino a Caffa, e proseguendo il loro cammino per terra nella Cumania verso Derbent, via che facevano i popoli circassi per andare in Persia, passarono il Tigri ed il Deserto fino a che giunsero nella residenza del gran khan dei Tartari.

Ecco, ecco quale fu la vostra gloria fino ad oggi, o Veneziani! Vergognatevene! Vergognatevene! e gettatevi supini gli uni sugli altri, come sacchi pieni di sabbia per formare il bastione, sul confine, mentre noi prepareremo, una grande e forte Venezia industriale, commerciale e militare sull'Adriatico, gran lago italiano! =Manifesto dei musicisti futuristi.= 11 Gennaio 1911.

Da quell'epoca, per due secoli, mancano notizie di viaggiatori veneziani penetrati nell'interno dell'Asia, tranne i pochi dati che ci rimangono di un Marco Cornaro, ambasciatore in Tauris nel 1319, i quali fanno ritenere sussistessero fin da quel tempo relazioni internazionali veneto-persiane , ed un documento del 1328, scoperto di recente dal chiarissimo Thomas negli archivi di Vienna, e che appunto si riferisce a rapporti commerciali veneto-persiani.

Ma fallito il tentativo colla Russia, e disertate le nuove speranze, rimasero insuperabili le gravi cagioni che da tre secoli avevano tolto ai Veneziani la superiorit

L'offerta, per quanto si dice, deve servire a que' preti per provvedersi di libri ecclesiastici, da studiare per erudirsi nel loro sacro ministero; ma parecchi de' preti veneziani consacrati fanno l'uso di quell'offerta, che fece don Guottibuossi, cappellano in casa di Ruggiero e servente di Bradamante. Stanza 69.