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Francesco Carlo Non temere. Quando la finestra sar

Lo studio del dottor FRANCESCO FLORIANI. Nella parete di fondo, una porta che d

Francesco Landolina, Duca della Verdura, aveva un figlio perdutamente innamorato d’una bella ragazza. Alle nozze da lui vivamente e replicatamente sollecitate l’accorto padre non volle mai consentire, così bene ne conosceva l’indole; chè anzi una volta dovette chiedere la carcerazione di esso. L’esperto uomo prevedeva i guai che Michele avrebbe fatti passare all’amata ragazza.

Francesco! Oh! È andato via anche lui! Un po’ di disordine nei ninnoli e nei ritratti, e niente altro. È tanto stordita! Com’è possibile? Ella sapeva l’indirizzo di questa casa, perchè è qui che io ricevo le sue lettere d’affari. Ed è venuta qui per un convegno galante! Ah, è orribile, è orribile! Francesco Carlo Niente. Francesco Come niente? Hai una certa faccia.... Carlo

E vedendo ch'ella esitava, chiamò. Un servo si presentò all'istante. Ov'è il principe? gli chiese il duca. In palazzo, eccellenza, sta tirando di spada. Don Francesco sorrise ironicamente. Ha del profeta costui! mormorò sommesso a donna Maria, che rabbrividì. Indi, volgendosi di nuovo al servo: Digli che io voglio parlargli tosto.

Ella esitò un istante. Ov'è la duchessa? ripetè egli. Non so, rispose tremante la camerista. Come? Non l'ho veduta, eccellenza. Non mentire, diss'egli scuotendola. Parla!... In quel momento entrò un'altra donna. Don Francesco la interrogò. È discesa, rispose la nuova venuta. Egli non udì altro. In un attimo fu fuori dall'appartamento. Fece le scale a precipizio.

A un certo punto della conversazione, apparve il signor Aminta sull'uscio e fece un gesto a suo padre. Allora il signor Francesco disse al suo ospite: Signor mio, le abbiamo fatto aspettare un po' troppo il suo pranzo. Ma Ella ci scuser

Tutto ciò che il conte Gino ottenne, fu di passare per il Corso, l'antica via Emilia, dove alloggiava la marchesa, quantunque il Corso mettesse a porta Sant'Agostino, verso Reggio, mentre, per escire da porta San Francesco, sulla via di Toscana, bisognava fare un più lungo giro, con una voltata ad angolo acuto.

Così non sappiamo altro dell'amicizia che il Manzoni parve avere con Antonio Buttura, letterato amico di sua madre, e con Francesco Lomonaco.

Don Francesco alzando la testa vede sbucare fuori delle macchie una moltitudine di strane sembianze affacciate dal ciglione con gli archibugi tesi pronti a sparare. Non vi era scampo a resistere: a fuggire nemmeno, perchè l'erta dirupata rompeva la lena, e la china, oltre all'essere impedita dalla gente stipata dietro le spalle, non presentava intoppi minori.