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La terra sospirata dai miei sogni; la patria terrena, che mi fa pregustare le dolcezze dell'eterna; un padre buono, fratelli dolcissimi, all'ombra della chiesa, secondo la regola del mio santo padre Benedetto, benedetto davvero, dal quale venne a me ed al mondo tanta pace, tanta benedizione! I goti conducono i prigionieri alla non lontana abbazia.

Terribile nome, che evoca antichi, dolorosi ricordi, di una potenza fiera, indomabile, la quale scende come valanga; che tutto travolge, rovina, distrugge e cui nessuno sa resistere. Un terribile flagello di Dio. A periculo Gothorum libera nos, Domine, si pregava nelle chiese. I goti! Ogni resistenza era vana. Non restava che la fuga!

Come quel d'Odoacre il governo di lui fu misto, duplice, de' goti e de' romani. Serbati alcuni, cacciati i piú de' barbari precedenti, lor terzo di terre passò ai barbari nuovi; i romani non par che ne patissero altrimenti: sembra anzi in tutto migliorata lor condizione, accresciuta lor ingerenza.

Eran nel regno le quattro parti che sempre sono in un regno di stranieri: i nazionali amici e i nemici degli stranieri, gli stranieri amici e i nemici de' nazionali. Amalasunta e Teodato un suo cugino, eran de' goti romanizzati, inciviliti, letterati. Amalasunta educava il re alla romana.

L'agricoltore vede la croce, bagnata dai raggi caldi del sole, che sale maestoso sul firmamento, e mai comprese così bene il mistero di quel sacro legno, l'unica salvezza d'Italia, l'albero santo, dai cui rami pendette Colui, che allarga le braccia, per stringere tutti al suo petto, in un solo abbraccio: italiani e goti, vincitori e vinti, per unirli e fonderli assieme, nel crogiolo del suo cuore, del suo amore infinito.....

I goti si sono arrestasi sorpresi, al vedere la croce astata che il giovane sorregge ed il vecchio che segue, ed il capo li avvicina. Che vuoi vegliardo? Chi sei? gli domanda in un pessimo latino. Il vecchio parla. Egli non ne ode le parole, è troppo lontano.

Certo il Vescovo di Roma mutando modo di elezione aveva acquistato non poco, però che togliendola al popolo, il quale si trova sempre presente, l'aveva messa in mano ad uno imperatore lontano, spesso troppo impacciato in casa, per istare a canna badata fuori; ma venuti i barbari, massime i Goti, in Italia si erano tolti per loro questa suprema facolt

Ondeché non merita il mal nome che le restò nella storia nostra, mal fatta e rifatta per lo piú co' pregiudizi romani, imperiali. Se non era de' quali, chi sa? sarebber rimasti e durati questi goti tra noi, come lor fratelli in Ispagna e i franchi in Francia; e misti noi con essi, non avremmo mutate tante signorie, avuta a soffrire la divisione d'Italia; di che siamo per vedere i princípi.

E tra quegli edifizî si aggirano parecchi monaci, vestiti di bianco, provetti alcuni negli anni e quasi cadenti, altri ancora giovani e quasi fanciulli, ma tutti spiranti la stessa pace di paradiso. I goti ne sono colpiti. Chinano rispettosi il capo avanti a tanta pace e non osano venir meno alla parola data.

Incontraronsi presso a Gubbio; e fu una gran rotta di goti: Totila che avea combattuto de' primi e degli ultimi, da re, morí ferito nella fuga. Fu in Pavia gridato a degno successore di lui Teia, uno de' capitani principali.