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A Spoleto rimasero alcuni suoi impiegati: Antonio degli Umioli di Gualdo, dottore in diritto, e il suo segretario Cristoforo Piccinino. Il 10 agosto 1500 Alessandro VI affidava il governo della citt

Nei libri seguenti che costituiscono l'ultima parte delle Storie, il disordine della composizione e il cortigiano riserbo in faccia all'opera dei Medici degenerano in menzogna. Dopo aver accennato col solito disprezzo alle due scuole braccesca e sforzesca, che allora dividevano le guerre italiane sotto gli ordini dei due più grandi capitani del secolo, Francesco Sforza e Niccolò Piccinino, ed avere assai malamente raccontate le loro imprese nello Stato della chiesa, viene al ritorno trionfale di Cosimo e vi si imbroglia descrivendone le circostanze. Il suo odio democratico trapela dalla sua prudenza di letterato cortigiano, mentre la passione dell'analisi politica gli viene soffocata dalla paura di uomo povero alla mercede dell'ultimo papa dei Medici. Poi divaga in altre guerre italiane. Valendosi dei Commentari di Neri Capponi, descrive il gran torneo militare fra Niccolò Piccinino al soldo del duca di Milano e Francesco Sforza generale della Lega, e neppure qui l'odio ai capitani di ventura abbandona il romanziere di Castruccio Castracani, che non s'accorge d'avere davanti due soldati, ai quali solo i migliori dell'antichit

Ferdinando fu mantenuto dalla sapienza politica dello Sforza e di Cosimo de' Medici, che non vollero introdurre un nuovo straniero in Italia; ma si deturpò peggio che mai colle vendette, e col tradimento che fece a Iacopo Piccinino, accarezzandolo, traendolo a , ed uccidendolo, a modo di Venezia con Carmagnola . Pochi mesi addietro era morto Cosimo de' Medici il gran cittadino di Firenze, il grande autore e conservator della pace in sua cittá e in Italia.

Dopo s'agnede a piazza de la Boccia Da la moje e dar fijo piccinino, Che aspettaveno lui sur portoncino Per ann

Rifecesi pace tra Venezia e il Visconti. Ma continuando i genovesi sudditi di lui la guerra lor propria per gli Angioini contra Alfonso d'Aragona, essi il presero in battaglia navale e il trasser prigione a Milano. Filippo Maria il rimandò libero, e Genova se ne sollevò e rivendicossi in libertá . Piccinino e Sforza guerreggiavano intanto in Toscana e negli Stati del papa.

Ma incalcolabilmente superiore ai condottieri del tempo, che dagli splendori di Francesco Sforza e di Niccolò Piccinino precipitavano all'ultima decadenza, egli fu un politico profondo come i migliori veneziani, efferato come tutti i tirannelli di allora.

Riapresi in breve la guerra tra Visconti e Firenze . Si rifá pace, si riapre guerra , istigata dall'Albizzi il mal fuoruscito, e vi s'aggiunge Venezia poi; e combattono a lungo Piccinino per il duca, Sforza questa volta per le repubbliche.

Nel medio evo correvano per la Campagna i nomi di Nicolò Piccinino, di Fortebraccio da Montone, di Sforza d'Attendolo e di altri capitani di ventura, divenuti famosi per cento scorrerie, battaglie e conquiste di citt

Entrato in negoziati, e veduto di non poter conchiudere co' capitani della lega, e che il tempo pressava, fu egli stesso a Napoli, a quel Ferdinando che poc'anni addietro avea finiti i suoi negoziati col Piccinino con tradirlo ed ucciderlo. La cosa riuscí a Lorenzo; conchiuse pace con Ferdinando , e tornò in trionfo a Firenze, che ne fu piú che mai sua.