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Oh! le malinconiche serate dell'inverno, con Alessio che si annoiava sui suoi libri dipinti, con Orsola e Pietro che mi guardavano in silenzio dal fondo dei loro occhi semplici e buoni, forse indovinando! Che tenerezza mi prendeva per quei cari vecchi il cui affetto si chiamava vita!

Grazie dei libri, che ho ricevuti ieri. Ho gi

Non lo credete; ripigliò l'ingegnere. Voi mi parlate di una gente che conosco anch'io, e forse più intimamente di voi, perchè io vivo tra gli uomini, e voi, caro amico, dividete il vostro tempo tra i libri e le nuvole. Non tanto, ingegnere! Non tanto! Ma se è per farvi piacere...

E, a dichiarare come Virgilio del limbo sia mosso, è da sapere, come giá dicemmo, esser due mondi: l'uno si chiama il maggiore e l'altro il minore, come ne mostra Bernardo Silvestre in due suoi libri, de' quali il primo è intitolato Megacosmo da due nomi greci, cioè da «mega», che in latino viene a dire «maggiore», e da «cosmos», che in latino viene a dire «mondo»: e il secondo è chiamato Microcosmo, da «micros», greco, che in latino viene a dire «minore», e «cosmos», che vuol dire «mondo». E, ne' detti libri, ne dimostra il detto Bernardo il maggior mondo esser questo il quale noi abitiamo, e che noi generalmente chiamiamo «mondo», e il minor mondo esser l'uomo, nel quale vogliono gli antichi, sottilmente investigando, trovarsi tutti o quasi tutti gli accidenti che nel maggior mondo sono.

Poi Margherita le confessò i segreti di casa: non erano ricchi, ma siccome il professore non aveva alcun vizio, con i seimila franchi di paga potevano vivere benino. La maggior spesa per lui erano i libri: secondo Margherita vi dovevano essere dei tesori nella sua biblioteca. Andremo avanti così, purchè io muoia prima, concluse.

Speriamo che anche la parte contraria vorrá premiare con qualche regaletto del suo l'ingenua mediazione del sapiente anonimo. |Grisostomo|. Della romanticomachia, libri quattro. Torino, 1818, co' tipi di Domenico Pane, stampatore di S. A. I. il principe di Carignano. |Guerre letterarie in italia| . In Lipsia la fiera di San Michele fu quest'anno ricchissima di nuove produzioni letterarie.

Sedie, tavolini, specchi, stufe, persino le persiane, le stesse porte, tutto fu fracassato e gittato in istrada. L'istessa sorte subirono i parati, i tappeti e parte delle carte e dei libri. Non erano ancora tutti i senatori fuori del palazzo che tutto era in preda al saccheggio, da cui fu solo in quel giorno risparmiata la segreteria, e l'appartamento del conte cancelliere.

Glie ne chiudevi tra le pagine dei libri, glie ne posavi sul davanzale, glie ne mettevi sotto il tovagliuolo, perfino dentro i guanti. Mortella. Non è vero, non è vero. Costanza. Come! Tuo fratello è qui che può dirlo. Certo, Bandino si rammenta che ti canzonava per quel tuo intercalare intraposto a ogni specie di discorsi: «E ora, via, mi racconti una bella storia».

Libri, quadri, statuette, ninnoli, tutto mi sembrava gi

Provò un vivissimo desiderio di saperne di più, e, non trovando altre opere di quel genere, ne domandò ad un compagno, il quale poteva avere dei libri per mezzo di un fratello, che glieli consegnava di nascosto nelle visite domenicali. Cosi lesse Le speranze d'Italia, del Balbo. E quelle vecchie speranze, in gran parte conseguite, gli fecero palpitare il cuore.