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Alfine, alfine balza il mio treno ed è incanto! nella mollezza diffusa di questi pesanti ventagli odorosi di rugiada e di brezze lascive, che la notte trascina, senza fine, lontano, sui balsamici fieni!... Ahimè! Presto svanì quella gioia squisita!...

Ma sempre va dentro la notte oscura Col lume a prora della vecchia fede, Ch'oltre la notte e le tempeste vede. Stolto è infierir coll'onda o contro i sassi O colle rauche spume. Avanti! aspetta A far dal lido una miglior vendetta! L'agili brezze, i molli increspamenti E gli abbracci del mar, sono pei forti: Restano i cataletti agli altri morti.

Che epopea canta la natura sotto i baci dell'amore! Che ville, che fiori, uccelli, insetti iridati, brezze imbalsamate, mare di cobalto! quante memorie solcano quel golfo!.... E l'uomo? Continuiamo. La metempsicosi di Bambina. Due parole di politica Due parole soltanto! Dopo ciò che ho visto in tutto il resto di Europa, avrei torto di esser severo coi miei compatrioti.

La luna spuntava sull'orizzonte e l'aura del giorno non era ancora scomparsa. Io rimanevo sulla mia antenna, immerso nelle brezze marine co' miei pensieri. A un tratto, nel torcere gli occhi in giù, vidi un non so che di bruno che s'arrampicava sull'albero maestro con maggior sveltezza e rapidit

Dopochè nel VI secolo un santo siriaco, Isacco, ebbe fondato lassù un eremitaggio, vi sorse nel X secolo il chiostro di S. Giuliano ed una serie di eremitaggi. Di questi ne restano ancora alcuni, ma gli eremiti son da lungo tempo scomparsi. Di parecchie delle loro cappelle i cittadini di Spoleto si sono fatte delle graziose villette. Una passeggiata nei boschi di quercie del monte è un vero godimento, l'erba balsamica esala il suo aroma, le brezze agitano le millennarie cime delle quercie: appena si ode di tanto in tanto un suono, un fremito di campana: vi regna un silenzio divino. Di lassù si può rintracciare, nella sottostante campagna, la striscia bianca della via Flaminia, che sale fino alle porte della citt

E strada facendo, sballottato nel carrozzone della ferrovia, andava pensando a quella vita silenziosa, a quelle buone creature che aveva lasciate, e che si dileguavano a poco a poco nella nebbia trasparente d’un passato vicino, e vedeva ancora, come fra le nuvole, in un fondo verdognolo, un convalescente ed una vecchierella, una fanciulla ed un cane, l’orso e il scimmiotto i quali lo accompagnavano con l’amore, con l’odio, coll’indifferenza, e lentamente sparivano da lontano; mentre gli si presentava davanti gli occhi la vista della laguna increspata dalle brezze marine, i gabbiani che volavano in giro rasentando l’acqua, il sole del tramonto che tingeva di porpora e d’oro gli alberi delle navi, le invetriate delle case, le cupole e i campanili di Venezia.

A lor che un giorno soffriran la guerra Dei torbidi elementi Giovi produrre le radici in terra Profonde e dar tutta la chioma ai venti. A lor che un giorno forniranno i nidi Nei verdi amplessi ai teneri usignuoli Tornin benigni i soli Tornin le brezze degli aperti lidi.

La volpe, cauta e curiosa, si teneva in distanza, l'occhio al fucile che pendeva dall'arcione di Bianca ed alla carabina che riposava sulla coscia del duca. Su i picchi delle roccie lontane, il lupo, assiso sulle sue lacche, faceva sentinella, inquieto ma grave, portando le sue orecchie puntute verso tutte le direzioni delle brezze che stuzzicavano l'aere sonnolento.

«Oh! che faremo noi due, reclusi nel nostro amore, sotto il serico lacerarsi delle brezze primaverili, quando la Sera, crepitante d'un desiderio sfrenato, verr

Schiocca come una frusta la tela del mio monoplano sulla groppa dei Venti, stalloni che nitriscono e scalpitano.... E perchè guaìte, brezze scorrazzanti? La caccia, la caccia incomincia!... Io vengo con voi!