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Senonchè, finita la stagione della Fenice, la Candida prese il volo per altri lidi e le successe una Olimpia ascritta tra le Scozzesi di una Lucia di Lammermoor che si rappresentava al teatro S. Benedetto. L'Olimpia non durò un pezzo neppur lei, e le tenne dietro una Serafina, virtuosa di canto, che, insieme con molte altre cose, aveva perduto la voce.

Ma la Serafina che era sempre il suo braccio diritto in tutte le contingenze, vedendolo più impicciato d'un pulcino nella stoppa, pensò d'andar lei in cerca di notizie.

con la Serafina, è inutile il dirlo, si chiuse il ciclo romantico del nostro giovinetto. Giova bensì notare come queste frequenti conquiste asciugassero le tasche del contino Leonardo, il quale non riceveva dal signor padre che un modesto peculio mensile.

Serafina gli dette uno di que' rapidi sguardi, che basta alle donne per squadrare un uomo, poi inchinò il capo con un sorriso pieno di gentilezza.

Oh, tutt'altro! è un cadetto della casa Traforello, casa principesca, cara mia!! I suoi antenati vennero in Sicilia con Ruggiero, nientedimeno, ed eran nobilissimi allora!!! Serafina sgranò tanto d'occhi.

Nino ballava sempre con Serafina; quando gli toccava di star nel mezzo con gli occhi bendati, correva brancolando verso di Serafina, se sentiva il riso che la furbetta soffocava apposta nel fazzoletto di batista, o il fruscìo particolare delle sue sottane; si fermava più del dovere curvo davanti la fanciulla, quando passava l'anello; e le parlava dolcemente, guardandola negli occhi, agitato nel sentire le sue mani tra quelle tiepide di lei abbandonate nel grembo.

Non una corda vibrava più nell'anima sua all'idea di spezzare que' due cuori.... Lo confessava finalmente non sentiva che per Serafina, non respirava che per Serafina.... n'aveva pieno l'essere!

Il brigadiere era salito in sala di medicatura per raccogliere la deposizione di Serafina. Diceva il vecchietto al guardaporta: La vedete così, ora, perchè lei è nata con la mala sorte, come me. Due anni fa avreste dovuto vederla! Era un fiore. Tutti si voltavano per la via. Allora come v'ho detto, io lavorava da quel sarto alla Giudecca.

Ma sobbalzò: gli era parso di sentire lontani scoppi di risa, e voci confuse.... Impugnò la rivoltella e attese. Le voci s'avvicinarono. No, diceva Serafina scherzosamente; e a quel no, seguiva un fruscìo di sottana come di donna che corra.... lui certo l'inseguiva.... se ne sentivano i passi: poi più nulla. Un usignuolo cominciò i suoi soavi gorgheggi nel folto, poco discosto dallo Striati.

Serafina entrò frettolosa, tutta gaia, ridendo. Non era stato scaltro abbastanza.... se voleva farle uno scherzo.... Ma lui protestò balbettando. No, davvero.... non voleva farle uno scherzo... l'acqua l'aveva colto mentre passeggiava, s'era riparato nel chioschetto, nelle cui vicinanze si trovava: aveva chiuso per distrazione.... poi s'era messo a sedere, aspettando che cessasse di piovere.