United States or Kuwait ? Vote for the TOP Country of the Week !


e a tal creder non ho io pur prove fisice e metafisice, ma dalmi anche la verita` che quinci piove per Moise`, per profeti e per salmi, per l'Evangelio e per voi che scriveste poi che l'ardente Spirto vi fe' almi; e credo in tre persone etterne, e queste credo una essenza si` una e si` trina, che soffera congiunto 'sono' ed 'este'.

tre Frison s’averien dato mal vanto; però ch’i’ ne vedea trenta gran palmi dal loco in giù dov’ omo affibbia ’l manto. «Raphèl maì amècche zabì almi», cominciò a gridar la fiera bocca, cui non si convenia più dolci salmi. E ’l duca mio ver’ lui: «Anima sciocca, tienti col corno, e con quel ti disfoga quand’ ira o altra passïon ti tocca!

Se per l'acerba piaga a te fia tolta Vita più lunga, io vo' sperar, ch'andrai Su ne l'alto del Cielo, ove raccolta Fra' canti eterni, eterno albergo avrai; E da quegli almi seggi a noi rivolta Co' tuoi begli occhi rimirar potrai Come intenso dolor, come infinita Fia destinata angoscia a la mia vita.

e a tal creder non ho io pur prove fisice e metafisice, ma dalmi anche la verita` che quinci piove per Moise`, per profeti e per salmi, per l'Evangelio e per voi che scriveste poi che l'ardente Spirto vi fe' almi; e credo in tre persone etterne, e queste credo una essenza si` una e si` trina, che soffera congiunto 'sono' ed 'este'.

Poscia dal tranquillissimo sereno De gli almi alberghi a l'Ocean discende, Per tal sembianza ch'augellin via meno Verso i sicuri nidi a volar prende; Qual vola in un momento aureo baleno, Se de l'oscure nubi il grembo fende, Tal ei volò su i tempestosi flutti E ne trasse AMEDEO su i lidi asciutti.

25 Di Merlin posso e di Melissa insieme dolermi, e mi dorrò d'essi in eterno, che dimostrare i frutti del mio seme mi fero dagli spirti de lo 'nferno, per pormi sol con questa falsa speme in servitù; la cagion discerno, se non ch'erano forse invidiosi dei miei dolci, sicuri, almi riposi.

Forse che de' celesti almi decreti Fia, che nel mondo a torto obblio li prenda, E che ne l'opre rie si faccian lieti Senza prezzar di pentimento emenda; Se schernendo i saldissimi divieti S'indureran ne la malizia orrenda, Allor daransi in man de' suoi nemici Come a ministri de' divin giudici.

O de l'orride nubi, o de' sonori Turbini al mondo eccitator famosi, Densate nebbie, e con più cupi orrori Gli almi raggi del sol volgami ascosi: Se 'n terra ad AMEDEO gli aspri furori Destra non è, che d'interromper osi, Voi misero giorno omai spegnete, Onde il campo de' Turchi aggia quiete.

Eran dodici prore, altieri legni, Tutte di smalti variate e d'ori, In cui vegghiando più famosi ingegni Impressero d'avorio almi lavori; Quivi di Colco abbandonati i regni Son mille scelti infra guerrier migliori Che a fatica di Marte usino armarsi, E la Reina lor detta Anacarsi.

Dier lode allor nel Re del mondo intenti I gran stuoli de gli Angioli, e dei Santi; E gli aurei cerchi de le stelle ardenti, E i campi eterni risonaro a i canti. Ma veste infra soavi almi concenti Fulgidi vanni a fulgido or sembianti Quel divin nunzio, e ne fornisce il tergo, Ed esce fuor del sempiterno albergo.