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Mi diedero una camera con due finestre al Nord. Anche alla sera vidi lo scoglio nero coronato di stelle, che mi gittava in faccia i ricordi della mia adolescenza pura e superba. Tentai lavorare; dalle mie prostrazioni di spirito basta qualche volta a rialzarmi l'ala d'un verso felice.

Io li conosco, disse impetuosamente un giovinotto. Come cacciatore li tentai per ogni verso. Va bene. Tu verrai meco mezz'ora. Signore, interruppemi altro di loro con voce di pianto, il mio unico figlio! abbiate compassione d'un povero vecchio. Anch'io ho pratica dei siti; concedetemi in grazia ch'io v'accompagni in cambio di lui. Verrete entrambi. Non ho un minuto da perdere.

Come sottomettermi alla violenza atroce, continua di quella vocale? Il mio amore era tutto per me, ma nondimeno trovai la forza di rinunziarvi. Abbandonai Ulrica. Tentai di guarirmi con un altro affetto. Diedi il mio cuore ad un altra fanciulla. Lo credereste? Seppi più tardi che si chiamava Giulia. Mi divisi anche da quella. Ebbi un terzo amore.

Questo punto, presso la torre, era la mèta più ambita delle mie peregrinazioni. E' una solitaria marina, celebrata dalla leggenda d'Omero. La saracinesca è caduta; porte e finestre sono chiuse ed invano tentai penetrarvi.

E per levarmi d'impaccio, tentai una strada nuova. Diedi ai nostri discorsi un colore sarcastico: evitai le memorie e i fatti presenti, per raccontare vicende allegre di cui ero stato attore e spettatore: Gian Luigi capì ed accettò l'invito, e cinque giorni dopo la morte di Laura Uglio, alla nostra tavola sfilavan nomi di donne allegre, episodî amorosi d'una leggierezza aereostatica.... Il Sideri per l'occasione ricorreva alla lingua francese, narrando con una malignit

Non affaticarti ancora a mentire! mi disse una sera che volevo indurla a suonare al pianoforte alcuni pezzi dell'opera nuova di un maestro da lei tenuto in gran pregio. Fui spaventato della devastazione avvenuta nell'animo della dolente creatura, e tentai di disingannarla, di rassicurarla. Non respingermi, Fausta! esclamai, Non sono stato mai così sincero come in questo momento....

Indarno io tentai di ridonarlo al suo giubilo persuadendolo che l'avergli scritto, l'avergli confidato il suo passato, l'avergli detto d'apprezzare i suoi sentimenti, non poteva essere un atto di pura cortesia.

Ella non mi guardò neppure e si mise a parlare con l'altra signora. Sorrideva deliziosamente, e, quando sorrideva, era una musica così tenera! Intesi che domandò notizie di un disastro avvenuto la notte sul lago. Io solo ne avevo. Era infatti scoppiato, dopo la mezzanotte, un temporale furioso, e un comball carico di sabbia si era sommerso con gl'infelici barcaiuoli. Colsi la buona occasione e tentai di raccontare la cosa in inglese. Ella mi guardò un po' sorpresa e mi rispose qualche parola nel più puro italiano, mortificandomi così alquanto; poi fece atto di ringraziarmi con un leggero cenno del capo, con uno sguardo serio e benevolo; e riprese il suo dialogo con l'amica. Allora uscii, contento di quello sguardo, non senza, però, una penosa trepidazione, un dubbio nuovo. Mi pareva di amare gi

"Da allora n'ho provati di angosce e di rimorsi! "Sono stato un vigliacco! Quando il Duca d'Urbino, "Dopo l'jus primae noctis, sorridendo, il mattino "A me t'ha rimandata, io dovevo tacere, "O ucciderlo... od uccidermi! Quando il tristo messere "Io di spacciar tentai per vendicarmi, invano "Io raccolsi il coraggio in codesta mia mano!

Di a poco non vidi più che i loro fazzoletti bianchi, e udii il loro ultimo grido; tentai di rispondere, ma la voce mi restò strozzata a mezza gola; mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi. Poco dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi d'un sonno delizioso, sognai i consigli di mia madre, il portamonete, la Francia, le Andaluse. All'alba saltai su, e salii subito a poppa: eravamo a poca distanza dalla costa, era gi