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Dopo un istante di silenzio, durante il quale non osò muoversi dalla sua nicchia, domandò: Perchè il Re non ha più la corona, pap

Matteo Cantasirena gli consegnò l'articolo da portare in stamperia, poi quando Taddeo fu sull'uscio lo fermò con un cenno, e rivolgendosi al Laner gli domandò se aveva gi

Dicesi che un suo medico tentasse avvelenarlo; e che Pier delle Vigne suo cancelliero ed amico, che gli avea condotto costui, ne cadesse in sospetto ed in tal disperazione, che perciò si uccidesse urtando il capo al muro . Allora il domato Federigo domandò pace e poco men che mercé, implorò l'intervento di san Luigi re di Francia, e promise riprender la croce.

E chi aspetta, di grazia? domandò egli a mastro Bernardo. Ne hai gi

Mi racconta in cattivo italiano che è stata dimenticata ad Aviano dal fidanzato ufficiale austriaco. Le domando che cosa succeda a Lubiana. Mi risponde che a Lubiana si odiano gli Ungheresi, ma non si amano neanche i Serbi.

Il servo del dottore rinnovò i suoi salamelecchi, che divennero più umili e più ossequiosi quando la Valdengo, senza nemmeno guardarlo in faccia, gli ebbe messo in mano un biglietto da cinque lire. All'albergo? domandò il fiaccheraio. No, prima al telegrafo.

Non parti più! Non vai via più! Sono stato io!... Lo dirai alla signorina Fanny!.. Lo dirai a monsieur Richard!... Sono stato io! Io e la Cammilla! Che cosa? domandò l'altro, mettendosi a sedere sul letto, fregandosi gli occhi, ancora trasognato. Che cosa c'è? È arrivata la lettera del signor Rosasco! Il colpo è andato benone! Che colpo? che colpo?

Subito dopo la partenza del conte di San Giorgio, l'ufficiale si recò nuovamente dal superiore suo zio, che lo aveva fatto chiamare. Ho deciso, gli disse il frate, che quest'oggi istesso partiremo per Catania. Quest'oggi? domandò Federico un po' esitante.

"Non l'avete recitata bene," disse il Bruco. "Temo di no," rispose timidamente Alice, "certo alcune parole sono scambiate." "Male dal principio alla fine," disse il Bruco con accento risoluto, e successe un silenzio per qualche minuto. Il Bruco fu il primo a parlare. "Di che statura vorreste essere?" domandò.

Tanto che il lungo, sonoro fischio, triplicato fischio della vaporiera, le fece gittare un grido di spavento. È il fischio di allarme, nevvero domandò, piena di ambascia, quasi che non fosse possibile, in quel momento, altro che una grande catastrofe. No, no, è Firenze. Tre fischi, grave pericolo balbettò lei ostinata. È Firenze, è Firenze, cara. L'arrivo spezzò l'incubo.