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Alla sera dopo cena mi consegnò il libro; io la ringraziai caldamente, e salii tutto contento nella mia stanza. Appena entrato mi avvicinai al lume per guardare il frontispizio del volume, e ne rimasi sorpreso e pensieroso. Era sincerit

Poco stante mi consegnò una lettera pervenuta durante la mia assenza. Per me? le domandai. Per te, rispose, e si chinò ad accarezzare la piccina. Guardai la soprascritta. Erano i caratteri di Eugenio. Per un momento non provai altro che un'emozione viva, ma incerta come cosa che sta tra il piacere e il dolore.

Il procaccino la consegnò a Roberto una sera mentr'egli insegnava a Maria Selmi a coniugare in francese i verbi ausiliari. La lezione aveva luogo nel salottino terreno alla presenza di Odoardo, il quale se ne stava sibariticamente fumando la sua pipa, ch'egli di tratto in tratto levava di bocca per sorseggiare un bicchiere di vino.

Due parole sole gli disse poi abbassando la voce, ma in tono aspro, risoluto. Le tremila lire scadono dopo domani: Lei paga? Io mi accontento e sto zitto. Non mi paga? consegno la cambiale a chi l'ha da avere e buona notte! Se lei è innocente lo prover

Ma io devo parlare ad uno di loro... Poi, dopo un momento: Datemi l'occorrente per iscrivere; è necessario. Il servo, benchè sorpreso, obbedì; la fece entrare in una stanza terrena, ove Gabriella trovò su d'uno scrittojo quanto chiedeva. Tracciò con mano convulsa poche linee. Le suggellò, indi consegnò il foglio al servo.

Matteo Cantasirena gli consegnò l'articolo da portare in stamperia, poi quando Taddeo fu sull'uscio lo fermò con un cenno, e rivolgendosi al Laner gli domandò se aveva gi

Venire oggi da lei. Aspettate; mancano venti minuti alle due. Potremmo andarci fin d'ora. Si passa alla tipografia per dare in composizione il vostro originale... Vedete, mi fido di voi, e lo consegno alla posterit

L'albergatore, che mi aveva veduto passare poco prima davanti alla sua insegna, mi venne a cercare, e il servitore mi consegnò la lettera, mentre i suoi padroni aspettavano di far cambiare i cavalli. I suoi padroni! ripetè Gino. Chi saranno costoro?

Il signor Galli la fissò, le labbra mute, contratte, il volto livido, di un pallor tragico. Le ho detto.... signora.... Io posso.... Non parlò, non potè più parlare;... prese il libro dei chéques dalla busta e ne firmò due in fretta, poi li consegnò alla duchessa. Sono all'ordine del signor Cantasirena. Domani, quando vuole, può mandare alla Banca Insubria a riscuotere la somma.

Guardate, continuò egli, ecco una lettera di donna Maria, dalla quale appare chiaramente che quell'indegno manca di rispetto a voi e si ride di me. E le consegnò la lettera. Donna Livia la lesse; indi: Egli non è colpevole, disse. Come? Fu ingannato, lo giurerei. Guardate questo biglietto, che ho ricevuto da poco tempo, e nel quale a nome suo mi si chiedeva un abboccamento.