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Di più si racconta quanto appresso: un soldato prese in tempo di guerra un figlio di un signore Usbech, uno dei maggiori nemici di questo re, il quale è di tanto seguito nei confini di Corassan, che il re è forzato di dargli quaranta tomani all'anno, che fanno ottomila ducati, acciocchè non dia molestia alle carovane che vengono dalle Indie: e volendo un altro soldato donare al predetto soldato per causa di tal prigionia, un villaggio e mille ducati, che glielo desse, esso volle presentarlo al re pensando di aver maggior premio; ma egli non gli donò altro che un cavallo in ricompensa di così gran prigione.

⁸⁴ Iulian., 363, 26 sg. Era proprio completamente sincero Giuliano in queste sue dichiarazioni di innocenza, in queste sue affermazioni di sorpresa e di meraviglia? Si può dubitarne, senza fargli gran torto. La condotta di Costanzo verso di lui era tale da non lasciargli alcun dubbio sulla sorte finale che lo aspettava. Se avesse fatto partire i suoi soldati, egli era un uomo perduto. A lui non restava altra difesa che la ribellione agli ordini ricevuti. Onde salvarsi, doveva dimostrare a Costanzo di avere a sua disposizione una forza maggiore della sua. Che, in tutte quelle esitazioni, in quelle suppliche agli dei, in quelle ripetute proteste, ci sia un po’ di commedia, è naturale il supporlo. Ammiano ci racconta, e Giuliano ci conferma con gran calore, che gli dei gli avevano chiaramente manifestato il loro volere con un miracolo. Ma questi miracoli così opportuni non si verificano se non per coloro che li aspettano, onde sanzionare ciò che gi

Questa cura costante di serbare certa misura è in Filomena non solo allorché racconta, ma sempre, in ogni suo atto, in ogni suo discorso. Cosí quand’è coronata regina da Pampinea, vincendo tosto, per non parere melensa, la confusione in cui resta un momento, afferma ai compagni:

, mi sono divertita molto! esclamò Loredana, presto. Davano il «Boccaccio». Non racconta nulla! pensò il Candriani. Le confidenze gliele far

Un po' di sonno.... Ecco la miglior medicina. La Vige che stava ad udirla con grande attenzione, fissandole in viso gli occhi buoni, profondamente, tentennava allora il capo, e appena ell'era uscita, volgendosi alla signora Chiara: Medicina, ! mormorava sottovoce. La sua medicina sono le lagrime. Il sonno, il riposo.... A chi lo racconta? Povera signorina, mi fa tanto male!...

Ora poi si dice anche di più, si pretende che pure la contessa di Grives ne sia un pochino invaghita. Aveva un bel fare la disinvolta, si vedeva ora che il mio discorso la interessava molto. Per Dio! questo pittore è noioso! Ma ora si racconta che è ammalato, pallido da far piet

Io quando vidi la immagine della Beatrice Cènci, che la pietosa tradizione racconta effigiata dai pennelli di Guido Reni, considerando l'arco della fronte purissimo, gli occhi soavi e la pacata tranquillit

«Geffroi Visconte, alfiere dell'Imperatore Carlomagno, che Dio faccia requie alla sua anima, l'ebbe mozze alla battaglia delle Chiuse portando l'Orifiamma; e la fama racconta, che sire Geffroi, senza punto sbigottirsi, la stringesse co' denti, e così la restituisse all'Imperatore, il quale gli disse: o Sire....»

Il gobbetto che mi segue portando la valigia mi racconta che è figlio di un portinaio di Via Cerva. Per colpa dei profughi vive in un ripostiglio, quasi di mendicit

Teresa così racconta il suo amore per Massimo Dias: Nessun uomo mai ha saputo, nessun uomo sapr