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«In nome di Serapide, ditemi, per quale colpa inferociste contro Giorgio? Risponderete, certo, che egli eccitava contro di voi Costanzo, e introdusse un esercito nella citt

Nello studio dell'onesto e ignoto artista, il giovin Damiano sentì in quel tempo un forte turbamento, soave insieme e penoso, inesprimibile, non provato mai; era quell'incerto desiderio di bellezza e di virtù che aveva circondato fino allora gli anni suoi e che cominciava a prendere sembianza e parola. Non sapeva staccarsi dal cavalletto del suo buono amico, il signor Costanzo, che così chiamavasi il pittore; e mentre questi, silenzioso, stava dipingendo una testa della Madonna per qualche chiesa di campagna, ovvero uno di que' ritratti dei defunti benefattori dell'Ospedal Maggiore, che fanno l'aspettativa de' nostri umili artisti, il giovinetto gli si teneva a' fianchi, riguardandolo; e quando gli chiedeva il segreto di rimpastare i colori sulla tavolozza; e quando, trafugata una listerella di matita e un frammento di cartone, cheto cheto rincantucciavasi dietro il cavalletto, per ritrarre a suo modo alcuno di quei busti di gesso tolti dall'antico che fregiavano qua e col

Ma nessuno mai era riuscito a poter sapere di chi fosse l'ultimo quadro venuto, che fino allora, massime nella opinione de' giovani, pareva vincerla sul merito degli altri. Costanzo, quantunque appena capisse in dalla gioja, argomentando l'immancabile trionfo del suo allievo, non gli mancò di parola; non essendosi lasciato andare a fiatar con persona viva il segreto del giovine pittore.

Se non t'incresca, o lettore, di scendere e salire per le anguste scale de' poveri, di entrar nelle nude soffitte; se ti conforti il vedere i sacrificj della virtù non conosciuta, e l'impeto dell'anime oneste e generose; seguiamo i passi di Damiano, che, al far del giorno, se ne va alacre e contento allo studio del pittore Costanzo.

Tornato a casa la sera, egli soleva leggere o scrivere per , fino a notte ben tarda; poi, dormito un sonno di poche ore, levavasi col mattino, per correre allo studio del pittore Costanzo; il quale l'amava ogni giorno di più, dandogli anche tutto quell'affetto che gi

Mentre Giuliano si avvicinava come usurpatore a Costantinopoli, Costanzo trovavasi ad Edessa, impigliato nella guerra contro i Persiani. Ad Edessa arrivava l’annuncio che Giuliano, rapidamente percorsa l’Italia e l’Illiria, aveva gi

La madre moriva pochi mesi dopo la nascita del figlio, che perdeva anche il padre, quando appena aveva compiuti i sei anni. L’imperatore Costantino, morendo nel 337, lasciava tre figli, Costantino, Costanzo e Costante.

Ma qui non ci siete, a dispetto di nessuno; replicò il padre Restituto. Qui tutti vi amano. Siete il più prezioso tra gli amici; soggiunse il padre Costanzo. Un vero fratello per tutti noi; ribadì il padre Ilarione. Il più simpatico tra gli uomini; rincalzò il padre Agapito. Grazie, grazie! esclamò il padre Prospero ridendo. Dite anche il più amabile tra gli zii.

No, niente risoluzione. Ogni cosa ha da farsi in capitolo. Bene, chiedetegli di convocare il capitolo, e fate la vostra domanda: vogliamo il padrino Adelindo; o Adelindo, o morte! disse il padre Marcellino, ridendo. Andiamo, voi la mandate in burletta; osservò il padre Costanzo, facendo il viso brusco.

Così, così forse avranno parlato, un , que' tali, al cui nome bisogna adesso cavare il cappello e abbassare il capo. Pure, tu non insuperbire per questo. La via è lunga, e costa spesso la vita. Ma tu sei il mio figliuolo d'adozione, e non dimenticherai il nome del vecchio Costanzo! Vieni qui, figliuolo. E il buon uomo volle, quasi per forza, stringerlo fra le braccia, baciarlo sulla fronte.