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Aggiornato: 4 luglio 2025
La storia del mio eroe, o meglio della mia eroina, si racconta in poche parole, disse il Damiati.
Questo Costerus aveva nome Lorenzo Jauszoon, e fu chiamato Coster perchè fece il sagrestano, che si dice coster in lingua olandese. La tradizione racconta che questo Coster, nato in Haarlem verso la fine del secolo XIV, passeggiando un giorno nel bel bosco che si stende a mezzogiorno della citt
Dopo simile ingegnosa teoria non ci deve meravigliare se molte signore invidiavano la vita delle cortigiane di professione. Brantôme racconta che una cortigiana venne a Roma per dare lezioni alle dame di corte, ella diceva: «Il nostro mestiere è tanto caldo, quando si è ben appreso, che si ha mille volte più piacere di praticarlo con parecchi che con un solo».
²²² Iulian., 564. Questo discorso che contiene molte pagine piene di spirito e di garbo, ma che manca, come quasi tutti gli scritti di Giuliano, del fren dell’arte, è interessante specialmente per due ragioni, la prima perchè vi troviamo esposto il concetto che Giuliano, sull’orma dei neoplatonici, si formava del mito e del significato della leggenda mitologica, la seconda perchè, con una assai bella ed assai chiara allegoria, egli racconta la propria storia, d
In antico un tempio delle Ninfe era costruito, a quanto si dice, presso il lago e da quello il paese avrebbe preso il nome. Si racconta che sulle fondamenta di questo tempio fu poi innalzata la chiesa di S. Michele. Nel 1216 Ugolino Conti edificò nello stesso sito la chiesa di S. Maria del Mirteto. La storia di Ninfa è peraltro abbastanza oscura. Nel sec. XII apparteneva ai Frangipani.
Si voglion gli animali adoperare solo a quel che son buoni. EPARO. Ben, madonna. Torna Fileno da casa di Artemona roffiana e racconta piú cose strane che v'ha veduto. FILENO. Addio, vecchiona. Parti che ne facci a dritto ed a traverso? E poi al padrone porta mille ciancette e vuol che creda che questa sia la prima che ha venduto e quel che fa sol faccia per servirlo, come intera e da bene!
E di essa si racconta che in una sera del Carnevale 1771, essendosi rifiutata di cantare, il Capitano di Giustizia, stimando metterla a dovere col mandarla in carcere, n’ebbe in risposta: Piuttosto piangere mi posson fare che cantare⁶⁵. ⁶⁵ Villabianca, Diario, in Bibl., v. XIX, p. 269. L’aneddoto, un po’ travisato, con un’aggiunta senza base storica, è stato riportato dal giornale L’Ora, a.
Mario Filelfo, istorico di quella guerra per conto di casa Carretta, racconta che addì 24 di maggio, essendo gi
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